BTP Valore: altro che Crociera, il governo Meloni continua a indebitare lo Stato

BTP Valore: altro che Crociera, il governo Meloni continua a indebitare lo Stato

I BTP Valore – buoni del tesoro poliennali – sono di nuovo sottoscrivibili ma non manca scetticismo intorno a questo strumento.

Più debito pubblico italiano nelle mani degli italiani ci consente anche di essere più padroni del nostro destino. Con debito pubblico nelle tue mani, sei meno sottoposto alle pressioni esterne

Questo il mantra portato avanti da Giorgia Meloni, per convincerci circa la bontà dei buoni del tesoro, all’ennesimo lancio da quando c’è lei al governo. La sottoscrizione dei buoni poliennali del tesoro – chiamati BTP Valore – è in pieno svolgimento e promossa da uno spot che ritrae due coppie di anziani in ottima salute che ne parlano a tavola e una di loro confessa che andrà in Crociera grazie a essi.

Lo spot va ad aggiungersi ad altri elementi per spingere gli italiani a donare il proprio oro alla Patria, un po’ come faceva qualcuno caro agli ambienti vicini alla Meloni. Come l’imposta preferenziale al 12,5% (invece del 26% sulle obbligazioni societarie, tipo Eni o Enel destinate ad investimenti produttivi invece che alla compravendita del consenso). O l’esclusione dei Btp dal calcolo dell’Isee.

O l’esempio del Giappone, il cui debito pubblico ammonta al 264% del Pil e che, nella farneticazione di lor signori, sarebbe sostenibile perché in massima parte accumulato da piccoli risparmiatori e grandi istituzioni finanziarie del Sol Levante.

Il problema è come lo Stato italiano restituirà il denaro preso in prestito dagli italiani. Perché le obbligazioni questo sono.

Btp valore, cosa non si dice

Come spiega Fabio Scacciavillani, Economista e asset manager su Il fatto quotidiano, tutti questi BTP ricadranno un domani sulle maggiori tasse e i tagli futuri alla spesa pubblica. Quindi, come sempre accade in Italia, i debiti saranno accollati alle future generazioni. Peggio ancora andrà se dovesse aumentare l’inflazione.

Si calcola che entro il 2087 il debito pubblico italiano, nella migliore delle ipotesi, ammonterà ancora all’80% del Pil, cioè un livello abnorme i cui interessi assorbono una montagna di risorse sottratte a ricerca e innovazione, i soli veri motori della crescita e del benessere.

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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