Nel film, attraverso dialoghi intercettati, viene anche dimostrato com’è nato tale sistema sanitario privato, cioè durante il governo Nixon nel ’71, che ebbe la lucidità di vedere che speculando sulla salute delle persone, si poteva far arricchire le casse dello Stato, magari per un maggiore investimento nella spesa militare.
Spietato il confronto con altri sistemi sanitari di altri Paesi, come quello britannico, quello francese e quello canadese: efficiente, appagante sia per il curato che per il curante (in termini di reddito percepito), e soprattutto gratis perché pubblico.
Ma Moore va anche oltre, ridicolizzandolo attraverso il confronto con quello cubano, portando a Cuba delle persone che durante l’11 settembre hanno prestato soccorso come semplici volontari, ma non essendo autorizzati a stare lì, non hanno diritto a cure gratuite per i danni fisici riportati; oppure portandovi alcune persone che, avendo malattie croniche, necessitavano di cure costanti e costose. A Cuba hanno ricevuto una cordiale assistenza e cure gratis adeguate, oltre a medicinali a bassissimo costo. Uno schiaffo morale insomma per gli USA, ricevuto da un Paese che viene dipinto come l’Inferno sulla Terra.
Moore comunque ci tiene a sottolineare che se si è arrivati a tutto questo, non è colpa degli americani, che sono un popolo generoso e disponibile, quanto di chi li amministra, che per fare cassa, cede alle logiche delle grandi lobbies, a danno dei cittadini meno abbienti.
Un film che vi consiglio, anche se non vi nascondo che spesso mi sono venute le lacrime agli occhi nel vedere quelle storie così tristi, di bambini o adulti morti per semplici decisioni assoggettate alle logiche del profitto. In Italia forse siamo messi meglio degli USA, ma, per la pressione fiscale alla quale siamo sottoposti, meriteremmo dei servizi pubblici molto più efficienti e qualitativamente migliori; basti pensare, oltre alla sanità pubblica, anche alla scuola, i trasporti, la TV, il trattamento dei rifiuti…