Dalla padella alla brace. O, se preferite, dalla Horiatiki alla Moussaka. Giusto per restare in tema di Grecia e della sua deliziosa cucina. Un popolo sacrificato sopra l’altare dell’austerità pur di rimanere nell’Euro. Un ingresso che non doveva avvenire, ma che il paese ellenico ha ben pensato di concretizzare truccando i conti. A peggiorare la situazione un alto debito pubblico di base, un alto numero di dipendenti pubblici, un Olimpiade del 2004 che ha ulteriormente mandato sul lastrico il Paese.
La Germania ha fatto valere tutta la sua prepotenza, e a niente è servito chiedere un trattamento paritario che fu loro riservato all’indomani della Seconda guerra mondiale. Quando i debiti internazionali gli furono azzerati per ricostruire le basi di una nuova fase pacifica mondiale. Né sono servite le istanze greche di ottenere il risarcimento per i danni da guerra. Scurdammece o’ passato. Ma solo laddove conviene.
Nel 2015 arrivò un giovane di sinistra, Alexis Tsipras, leader di SYRIZA. Parlava di un risorgimento greco, di un No all’Austerity che stava condannando alla fame il suo popolo, di una riforma dell’Unione europea. Sperava forse anche nella sponda di Matteo Renzi, importante rappresentante del Pse, fresco di un 41% alle elezioni europee dell’anno precedente. Ma si trovò davanti un giovane vecchio. Un Mike Bongiorno travestito da Fonzie.
Come Ministro delle finanze si avvalse di Yanis Varoufakis, un Bruce Willis in giacca di pelle e scooter che abbandonò però presto la nave perché capì che quanto promesso in campagna elettorale non era fattibile.
SYRIZA, insomma, calò presto le brache. Tsipras condannò il popolo greco a nuove manovre da lacrime e sangue, che hanno portato ad un parziale risanamento dei conti. Dalla possibile uscita dall’Euro minacciata in campagna elettorale, la Grecia ci si è ritrovata ancora dentro. Senza alcuna pietà.
Certo, la sua uscita, forse sarebbe costata ancor più caro al suo popolo. Di certo, all’Ue stessa. Alla luce dei soldi che i greci devono ai vari Stati. Ma il popolo si è sentito tradito dall’ennesimo Masaniello in versione greca. Verso il quale anche la sinistra italiana – dalla morte di Berlinguer orfana di un leader – aveva proteso le proprie speranze.
Alla prima riunione, Tsipras si presentò senza cravatta. Per rievocare, metaforicamente, la liberazione dal cappio europeo del suo popolo. Una sceneggiata che presto si trasformerà in farsa.
Ed ora la Grecia cambia pagina. Dà a Tsipras e a SYRIZA il suo benservito. E sceglie i liberalconservatori greci di Nea Dimokrati guidati dal 51enne Kyriakos Mitsotakis al 39%. Vediamo chi è e cosa aspetta i [sta_anchor id=”tsipras”]greci[/sta_anchor].
Grecia risultato elezioni
Come riporta Il Giornale, via Syriza, al governo dal 2015 staccata di nove punti, e fiducia netta al 51enne Kyriakos Mitsotakis al 39%, virtualmente già premier (giurerà oggi e annuncerà la squadra dei ministri), che aveva fatto bingo alle europee e alle amministrative di maggio.
Almeno 158 i seggi sui 300 totali spettano a Nd, con la possibilità concreta di arrivare a 161 e quindi di formare un monocolore. In Parlamento dovrebbero entrare anche nove deputati di Mera25, il movimento dell’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis, che si prende così anche una rivincita personale con Tsipras sottraendo voti a Syriza, i soliti quindici del Kke (il partito comunista ellenico) e forse nessuno di Alba dorata che è al limite della soglia di sbarramento.
L’affluenza è stata intorno al 63-65%, molto superiore alle attese visto che alle europee era scesa al 53%, risultato che si è tradotto in una batosta per Tsipras che ha indotto il premier a indire elezioni anticipate.
Kyriakos Mitsotakis chi è
Mitsotakis, figlio dell’ex premier Costantino Mitsotakis e fratello dell’ex ministro degli esteri Dora Bakoyannis, a sua volta moglie del deputato Pavlos assassinato dai terroristi del «17 Novembre», è cresciuto tra Parigi, Atene e Harvard. Il World Economic Forum lo ha incluso tra i 100 leader futuri più promettenti ed è accreditato (anche in Italia grazie all’amicizia con l’ex ministro Mario Mauro) con i maggiorenti del Ppe.
Il padre Konstantinos è stato premier dal 1990 al 1993, l’antenato Eleftherios Venizelos, ex primo ministro nei primi anni del Novecento, è uno dei padri della patria in Grecia. Già in campagna elettorale ha annunciato le prime mosse del governo: lo sblocco delle privatizzazioni e subito dopo un primo pacchetto di tagli alle tasse. Il suo obiettivo è dare una scossa al pil svecchiando pure la pubblica amministrazione per poi presentarsi a Bruxelles e chiedere alla Ue di abbassare dal 3,5% all’1-2% l’obiettivo di avanzo primario imposto dai creditori.
“Sarà la crescita più rapida a garantire la riduzione del debito” ha promesso ai comizi.
Cosa attende la Grecia
In cima ai suoi impegni una primizia di questi tempi per il centrodestra come l’ambientalismo, dal momento che la Grecia, nonostante la sinistra al governo per quasi trent’anni, prima col Pasok di Papandreou e poi con Syriza, è riuscita a continuare a pagare multe all’Ue per centinaia di milioni all’anno a causa delle discariche abusive.
La sua segreteria fatta rigorosamente da 40enni sta progettando, con i risparmi derivanti dalla lotta agli sprechi e ai monopoli da rompere con nuove liberalizzazioni, di poter pagare bonus bebè da 2000 euro per le nuove nascite e da mille per le spese di ogni nascituro. Il tutto per impedire che ai centomila greci che hanno scelto la strada della nuova emigrazione nell’ultimo lustro se ne aggiungano di altri.
Squadra di governo quasi pronta con Grigoris Dimitriadis, l’uomo delle missioni speciali, a fare da ombra al premier e poi a seguire Adonis Georgiadis, Christos Staikouras, Miltiadis Varvitsiotis, Stelios Petsas e Olga Kefaloyiannis della nota dinastia di armatori cretesi.
Le prime telefonate di congratulazioni sono giunte a Mitsotakis da Tsipras e dal Presidente turco Receyp Tayyip Erdogan con cui la crisi è a un passo, visto che Ankara ha inviato illegalmente al largo di Kastellorizo una nave perforatrice a caccia di gas.
Gli idrocarburi potranno essere per Atene un’interessante fonte di reddito e di influenze geopolitiche da giocare sull’asse Washington-Tel Aviv-Il Cairo, dal momento che il Mediterraneo orientale è di fatto diventato un nuovo hub gas, mentre guardando ai Balcani si scorge anche uno spruzzo di Italia visto che le ferrovie greche, privatizzate e modernizzate da Trenitalia, sono diventate un obiettivo della Cina in orbita Belt and Road.
«È una vittoria storica per Nea Dimokratia, uno dei più grandi successi dal 1981 ad oggi»
commentano dal quartier generale di Nd. Consci che dovranno evitare come la peste di ripetere gli errori e le promesse di Tsipras.
Perchè Tsipras punito
Come riporta Il Fatto quotidiano, nel 2015 Tsipras aveva stravinto raccogliendo la sfida all’austerity verso la quale ha opposto via sempre meno resistenza fino alla desistenza. La sua altissima popolarità è via via scemata per via del prezzo imposto alla Grecia per restare in Europa e così ottenere gli aiuti finanziari da Bruxelles e dalla Troika. Operazione che ha portato il Paese, i giovani e gli anziani soprattutto a pagare un altissimo prezzo al salvataggio: in cambio l’economia greca si è contratta dal 2008 al 2016 del 28 per cento e l’impennata della disoccupazione ha spinto un alto numero di famiglie sotto la soglia della povertà.
Ecco perché i greci si sono sentiti traditi, e a nulla ha valso la modesta ripresa economica iniziata nel 2018. La dimensione plastica del malcontento si è avuta a maggio con le Europee, dove Syriza ha pagato lo scotto con il 30,5 per cento dei giovani tra i 18 e di 24 anni che hanno votato Nuova Democrazia alle elezioni europee. Da qui, la decisione di Tsipras di indire elezioni anticipate.
Il premier greco Tsipras ha chiamato Kyriakos Mitsotakis e ha riconosciuto la sua sconfitta. L’ex premier, stando a quanto riferisce Repubblica, potrebbe incassare un incarico in Europa. Anche gli ex nemici come l’ex-ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble gli hanno riconosciuto la coraggiosa scelta politica dell’accordo sul nuovo nome della Macedonia. Un’intesa bocciata dal 70% dei suoi concittadini che gli è costata carissima nelle urne.
Destra e sinistra sono due facce della stessa medaglia come si evince anche in Grecia