La scena di una donna senza veli che fa la doccia è tipica dei film comico-erotici anni ‘70. Quelli con bellezze di turno quali Edwige Fenech, Gloria Guida, la compianta Lilly Carati, e ancora la bionda Stefania Corona e la seducente americana Nadia Cassini. Le quali mostravano il loro corpo mozzafiato, così naturale, raffinato, dal profilo statuario e dalle curve armoniose. Mentre i vari Lino Banfi, Alvaro Vitali, Enzo Montagnani e altri attori caratteristi, le spiavano dallo spioncino della porta o da una finestra con tanto di binocolo. Senza però mai riuscire ad ottenerle.
Certo, non sono mancati quanti hanno tentato di emularli nella vita reale. Magari buffamente e con scarso esito. Quanti hanno una desiderabile vicina di casa bella, giovane, immaginata chissà quante volte senza veli. Proprio mentre fa la doccia.
Dall’altra parte, invece, l’incubo di una donna è proprio quello di essere spiata nella propria intimità. Come sta avvenendo in Corea del sud, dove si stanno diffondendo assurde tecnologie utili allo scopo.
Le preoccupazioni femminili faranno bene ad accrescere dopo una sentenza della Corte di cassazione. La quale ritiene che filmarle mentre fanno la doccia non costituisca reato in taluni casi.
[sta_anchor id=”doccia”]Spiare donna mentre si fa la doccia quando non è reato[/sta_anchor]
Come riporta Tgcom24, bisognerà munirsi di tende belle spesse o magari di vetri schermati prima di potersi fare una doccia senza la preoccupazione di essere spiati. Lo pensa la Cassazione che ha assolto un uomo, 37enne, dall’accusa di violazione della privacy per aver fotografato e filmato la vicina di casa che usciva dal bagno di casa sua senza preoccuparsi della finestra priva di “filtri”.
Insomma, visto che per immortalare la donna non è stata utilizzata alcuna tecnologia particolare ma “solo” un normale telefonino, non si può considerarlo un reato.
L’imputato – Simone R. – condannato a due anni e sei mesi perché filmava le dipendenti del suo bar mentre si cambiavano nello spogliatoio e per aver abusato di una bambina di dieci anni – è stato invece assolto dall’accusa di violazione della privacy per aver fotografato e filmato la vicina.
Per questo ultimo reato era stato condannato a due mesi e quindici giorni nel processo svoltosi con rito abbreviato in primo grado davanti al Tribunale di Busto Arsizio e poi davanti alla Corte di Appello di Milano, ma la difesa dell’uomo ha sostenuto che non si trattava della “indebita realizzazione di filmati e fotografie” di una vicina di casa mentre usciva dalla doccia dato che la sua abitazione e quella della donna “erano adiacenti e che la persona offesa di mostrava nuda pur sapendo che la propria abitazione era priva di tende, con la conseguente insussistenza di lesioni alla riservatezza della persona fotografata“.
Questa tesi ha convinto i supremi giudici che – nella sentenza 372 – sottolineano come essendo “pacifico” che l’imputato “non utilizzò alcun accorgimento per fotografare e filmare” la vicina, si deve escludere “la configurabilità del reato di interferenza illecita nella via privata non essendo stati ripresi comportamenti della vita privata sottratti alla normale osservazione dall’esterno, posto che la tutela del domicilio è limitata a ciò che si compie nei luoghi di privata dimora in condizioni tali da renderlo tendenzialmente non visibile a terzi“.
Quindi, se una donna fa la doccia con la porta o la finestra aperta, può essere filmata senza che ciò costituisca reato. Ora lo sapete. Sia uomini, che donne.
…………La sentenza è giusta, in considerazione del fatto che si potrebbe anche configurare il reato di “adescamento” da parte della signora che non ha preso le opportune precauzioni per evitare di essere spiata. Quindi: ……..e se la signora l’avesse fatto di proposito per attirare l’attenzione di qualcuno?