Con Alternanza scuola lavoro di Renzi torna sfruttamento minorile: come funziona e perché non funziona

Renzi – in questi giorni alle prese con una campagna elettorale svolta in un trenino chiamato con un nome dalla grignana memoria “Destinazione Italia” – si vanta di aver portato a termine alcune riforme su tutte. Il Jobs Act, che ha ulteriormente precarizzato il lavoro e abbassato i salari; il Dopodinoi, mediante il quale i genitori di un figlio disabile possono lasciargli qualcosa (anche se qualcosa di simili già c’era); la Buona scuola, ennesima riforma peggiorativa del sistema scolastico italiano, che ha reintrodotto una gestione aziendalistica e padronale della scuola (come la Riforma Gentile), la deportazione di massa degli insegnanti meridionali verso il Nord e il meccanismo denominato Alternanza scuola lavoro, finalizzato a far fare esperienze lavorative agli studenti scolastici.

Una buona idea, in fondo, se si considera che la scuola moderna ha sovente subito la critica di essere troppo approntata alla teoria e poco alla pratica. E di preparare poco gli studenti al mondo del lavoro effettivo. Quindi era necessario introdurre un ponte tra scuola e mondo del lavoro. Peccato però che alternanza scuola-lavoro si è tradotta in un vero sfruttamento minorile. Con gli studenti costretti a fare lavori umili e di manovalanza. Alternanza scuola-lavoro ha subito ulteriori critiche quando lo scorso 7 Ottobre è stata diffusa la notizia di un diciasettenne di La Spezia che si è fratturato la tibia guidando un muletto. Ma vediamo come funziona l’Alternanza-scuola lavoro e perché non va.

Alternanza scuola lavoro come funziona

valeria fedeliCome riporta l’Intellettuale dissidente, il 13 Luglio 2015 viene approvata la “Buona Scuola”, ovvero la riforma dell’istruzione voluta dal Governo Renzi. Uno dei provvedimenti principali contenuti in questo testo è proprio la cosiddetta “Alternanza scuola-lavoro”. La norma prevede l’obbligo per gli studenti del triennio delle scuole superiori di alternare alla formazione scolastica dalle 200 alle 400 ore (200 per i Licei e 400 per gli Istituti Professionali) di lavoro in aziende, imprese, enti, istituzioni e ordini professionali. L’Alternanza deve configurarsi (come spiegato dalla legge) come progetto formativo e non come rapporto di lavoro. Il concetto base esposto dal provvedimento sembra superficialmente lodevole, ma andando ad osservare i dettagli si può facilmente capire il mostro legislativo creato da questa riforma.

Innanzitutto andiamo ad osservare i soggetti aderenti: a fianco di istituzioni culturali e sportive troviamo le più disparate realtà aziendali; da Mcdonald’s a Zara fino a Fico Eataly World, il nuovo giocattolo di Oscar Farinetti. La linea di demarcazione tra formazione e lavoro a costo zero è inesistente. Oltre a questo non vengono rispettate le norme citate poc’anzi in merito alle visite mediche preventive per i minorenni che si accingono a lavorare e il divieto di effettuare lavori pericolosi, o più in generale non inerenti la formazione degli studenti. Quella che si va configurando è una nuova forma di sfruttamento minorile, reintrodotta vigliaccamente per mezzo di una riforma mal scritta e allo stesso tempo mal digerita da tutto l’impianto scolastico.

Alternanza scuola lavoro motivo proteste

nuovo ministro istruzione senza diploma fedeliQuella che poteva essere un’occasione di formazione al di fuori delle mura scolastiche si è trasformata in una delle forme più subdole di sfruttamento. Questo fenomeno ricorda molto da vicino le pratiche industriali della seconda metà dell’Ottocento, che vedevano a lavoro molti minorenni perché costavano meno di un terzo del salario di un adulto, con il benestare delle famiglie, che pur di racimolare qualche soldo in più nella miseria, erano disposte a far lavorare i propri figli sin da piccoli. La differenza rispetto a quell’epoca è che oggi i minorenni non vengono pagati, costano alle imprese nulla rispetto a un qualunque salario di un lavoratore normalmente assunto e le famiglie non hanno più voce in capitolo, perché questa “alternativa” è un obbligo imposto dalla legge.

Non sorprende quindi vedere Mcdonald’s sfruttare 10.000 ragazzi, quando in tutta Italia da lavoro a 20.000 dipendenti, o peggio ancora la nuova invenzione di Oscar Farinetti (stranamente molto amico di Matteo Renzi) Fico Eataly World, che conterà circa 20.000 studenti per oltre 300.000 ore di alternanza, numeri che fanno presagire una sostituzione di manodopera pagata, in cambio di uno sfruttamento minorile a costo zero. E gli studenti si sono fatti subito sentire: il 13 Ottobre c’è stato un grande sciopero in tutta Italia che ha coinvolto migliaia di studenti, contro lo sfruttamento imposto da questa riforma.

Alternanza scuola lavoro: nuova frontiera dello sfruttamento minorile

Ma sono gli stessi studenti a raccontare le proprie esperienze. Come racconta Scuolazoo, gli stessi ragazzi hanno raccontato le loro esperienze di alternanza: c’è chi ha cucinato patatine, chi ha venduto scarpe e proveniva da un liceo linguistico, chi è stato messo in una stanza per settimane a fare niente. Sono soprattutto i liceali ad avere problemi: gli studenti degli istituti professionali avevano già nel programma scolastico dei tirocini nelle aziende quindi l’alternanza scuola lavoro, per loro, ha solo cambiato nome, ma era un meccanismo ben oliato. Nei licei è c’è stata un’improvvisazione generale e i ragazzi si sono trovati a lavorare persino nei call center. Insomma, li hanno abituati alla verità dei fatti. O, semplicemente, a fargli anticipare la valigia.

La Ministra Fedeli ha promesso più garanzie e più controlli, ma da un lato sorprende che queste misure minime per prevenire abusi (come i corsi sulla sicurezza, le visite mediche e più in generale il controllo dell’idoneità didattica dei percorsi) non siano state attuate già al momento del lancio dell’Alternanza scuola-lavoro e allo stesso tempo continuano a sussistere i contratti con multinazionali che nulla hanno a che vedere con i percorsi di studi, ma che hanno sottoscritto il contratto solo ed esclusivamente per sfruttare manodopera gratuita.

Ma non sorprende che in 2 anni non siano state apportate migliorie a questo sistema. Abbiamo attualmente un Ministro dell’istruzione che ha solo la terza media e ha esperienza prevalentemente nel Mondo delle fabbriche. Invece, la precedente ministra Giannini, è stata praticamente l’unica a perdere la poltrona dopo il flop del Referendum del 4 dicembre. Probabilmente, Renzi gli ha attribuito parte, forse la principale, delle responsabilità della sconfitta del Sì. Del resto, gli insegnanti scolastici e i docenti universitari col loro dente avvelenato hanno votato prevalentemente No.

Alternanza scuola lavoro: come è cambiata la legge sullo sfruttamento minorile

alternanza scuola lavoroProprio cinquant’anni fa, il 17 ottobre 1967, fu approvata la prima legge realmente fedele ai principi costituzionali in materia di sfruttamento minorile. Questa legge ridusse al minimo le categorie dei minori e delle attività non soggette alla sua disciplina, ed estese la tutela anche ai minori impegnati in lavori agricoli o domestici. Successivamente, nel corso degli anni ’90, sono state fatte diverse integrazioni alla legge originaria, giungendo nel 2000 ad una definizione chiara dei confini tra ciò che è sfruttamento e ciò che non lo è.

In concreto, la legge 17 ottobre 1967, n. 977 stabilisce che:

1) I bambini di età inferiore a 15 anni non possono svolgere nessuna attività lavorativa, fanno eccezione soltanto iniziative di carattere culturale, artistico, sportivo, pubblicitario e nel settore dello spettacolo

2) I minorenni di età compresa tra i 15 e i 18 anni non possono svolgere lavori che arresterebbero il loro pieno sviluppo fisico: non devono essere esposti a rumori sopra gli 87 db e non devono venire a contatto con sostanze dannose, non possono lavorare in luoghi dove si utilizzano arnesi taglienti, devono evitare di usare saldatrici, non possono compiere lavori che includono l’utilizzo di martelli pneumatici, pistole fissachiodi, strumenti vibranti e apparecchi di sollevamento meccanici, non devono svolgere lavori su navi in costruzione, nelle gallerie o utilizzando forni ad elevate temperature e infine devono evitare di eseguire lavori all’interno di cantieri edili per rischio crolli

3) Prima di essere avviato al lavoro il minorenne deve essere sottoposto ad una visita medica preventiva.

Alternanza scuola lavoro perché non funziona

valeria fedeli ministro istruzioneLegislativamente, siamo tornati cinquant’anni indietro dunque, ma non è una novità. In realtà, però, dal punto di vista socioeconomico siamo tornati ancora più indietro: all’immediato dopoguerra. Almeno gli anni ‘60 erano gli anni del boom economico, dell’illusione di uno sviluppo inarrestabile, degli anni in tasca. Ora viviamo tra le macerie e occorre ricostruire tutto d’accapo. A partire proprio dagli studenti. Ma abituarli già ai lavori umili non è certo un aiuto.

Meglio tornare a quando la scuola dell’obbligo si fermava alla Terza Media, dopodiché si sceglieva sostanzialmente tra scuole professionali (periti commerciali o industriali), i licei per chi amava studiare e voleva pure continuare con l’università, oppure si prevedevano percorsi di avviamento lavorativo per chi già voleva iniziare a lavorare o fare pratica. Inutile tenere tra i banchi di scuola forzatamente un ragazzino fino a 18-20 anni. Il quale uscirà da scuola comunque ignorante, senza arte né parte e arrabbiato col sistema che lo aveva costretto in 4 mura. Magari finendo tra altre 4 mura ben più degenerate. L’istruzione per tutti è un tradizionale credo ideologico della sinistra italiana, oggi diventata meno salottiera e più liberista e aziendalista. Dopo essersi resa conto di aver creato un esercito di istruiti disoccupati. Ma le vie di mezzo sono sempre le peggiori.

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