
Ripercorriamo la storia di Duilio Cruciani, attore che prometteva bene ma si è perso nei meandri della droga.
Il Cinema ha visto spesso bambini prodigio che, diventati adulti, non sono riusciti a confermare il proprio talento e a dare seguito a una carriera che si prefigurava promettente. Alcuni, purtroppo, non solo hanno interrotto bruscamente la propria professione, ma hanno visto pure spezzarsi precocemente la propria giovane vita. Si pensi a Ross Hill, figlio di Terence, del quale abbiamo parlato qui.
In questa sede parliamo invece di Duilio Cruciani, originario del più grande quartiere di Roma, Trastevere. Molto attivo come attore tra il 1969 e il 1975, esordendo a soli 11 anni al fianco di Gianni Morandi. Qualcosa però si è incrinato nella sua esistenza, portando così a un tragico epilogo.
Ripercorriamo la storia di Duilio Cruciani.
Le origini di Duilio Cruciani
Duilio Cruciani nasce a Roma l’8 gennaio 1958, originario di Trastevere, si trasferì poi a Ostia con la sua famiglia, di umile estrazione sociale: suo padre Silvio, la madre Giuliana, il fratello più grande Paolo, la sorella Lucia e l’ultima arrivata Anna Maria.
Duilio sembrava più piccolo per la sua età, di fatti interpretò quasi sempre il ruolo del bambino. Aveva i lineamenti del viso perfetti: naso all’insù, occhi grandi e svegli, capelli lunghi e lisci che gli conferivano un’aria sbarazzina. Non a caso, il suo personaggio era sempre sveglio e arguto.
L’esordio al cinema arriva nel 1969 con il film Faccia da schiaffi, nel quale interpreta il ruolo di Mario. Si tratta di una commedia sentimentale diretta da Armando Crispino, con protagonisti Gianni Morandi e Laura Belli.
Il rapporto con Anna Magnani
Ma è subito con la successiva pellicola “Correva l’anno di grazia 1870“, regia di Alfredo Giannetti, del 1972 che la sua carriera da attore fa subito il salto di qualità. Qui interpreta ancora il ruolo di un bambino vispo che si chiama Mario, figlio della protagonista Teresa, interpretata dalla grande Anna Magnani. Anche il ruolo del padre, Augusto Parenti, è interpretato da un grande attore: Marcello Mastroianni. A fare da sfondo alle loro vicende drammatiche la Roma ai tempi della “breccia di Porta Pia“.
Tra il giovane Duilio, che all’epoca aveva appena 12 anni, e la Magnani, si instaurò un rapporto straordinario e di grande affetto, tanto che i due sembravano madre e figlio anche nella vita reale. Tanto che la morte della Magnani, sopraggiunta l’anno seguente, creò in lui un grande dispiacere. Così raccontava in una intervista dell’epoca:
Durante la lavorazione del film compivo 12 anni e allora organizzammo un bel rinfresco sul set. Da mangiare e da bere per tutti. La signora Magnani e gli altri vennero a festeggiarmi e lei mi portò un bel pallone e un paio di scarpe per giocare al calcio. Mi fece una carezza e mi disse: “Sei contento figlio mio?”, mi disse proprio così e mi ricordo che le sue parole mi fecero commuovere, anche perchè mi guardava con gli occhi dolci dolci
Diverso il giudizio su Mastroianni:
Mastroianni invece non mi piaceva. Non ci avevo confidenza con lui. Me sembrava un morto de sonno. Anche questa volta la madre di Duilio è pronta a sottolineare con una occhiata severa lo strafalcione verbale del figlio
La carriera
La sua carriera spazierà tra generi molto diversi. Tra i film ricordiamo “Non si sevizia un paperino”, regia di Lucio Fulci (1972); “Cuore“, regia di Romano Scavolini (1973); “L’uomo senza memoria“, regia di Duccio Tessari (1974); “La bellissima estate“, regia di Sergio Martino (1974); “Il giustiziere sfida la città“, regia di Umberto Lenzi (1975). In quest’ultimo lungometraggio interpreta Luigino Scalia, con Tomas Milian, Mario Piave e Maria Fiore.
Dopo questo film, qualcosa sembra essersi inceppato. Duilio Cruciani non è neanche diciottenne, eppure ha già un curriculum di tutto rispetto e una grande carriera davanti a sé. Tuttavia, occorrerà attendere ben 5 anni per vederlo in un film successivo: “L’educatore autorizzato“, regia di Luciano Odorisio (1980), che in Italia non ebbe particolare attenzione, eppure vinse il premio Rizzoli come “migliore opera prima 1980” e un riconoscimento al Festival du sinema italien a Nizza.
La morte
Il brusco rallentamento della sua brillante carriera trova forse una spiegazione nella sua morte tragica. Probabilmente, il treno esistenziale di Duilio Cruciani si era incanalato su un binario sbagliato.
Infatti, viene trovato senza vita a soli 26 anni, per un’overdose di eroina nei locali dell’albergo diurno della stazione Termini di Roma il 14 gennaio 1984.
Così raccontava il tragico ritrovamento un articolo dell’Unità di martedì 17 gennaio 1984:
Sono entrati insieme nel bagni dell’albergo diurno alla stazione Termini con la bustina di carta stagnola in mano e le siringa in tasca. Dovevano restarci pochi minuti e invece non ne sono più usciti. Riccardo Notarpippo, 25 anni, Duillo Cruciani, di 26: questi i nomi delle ultime vittime della spirale della droga, tragica e inarrestabile. Li hanno trovati morti, ancora rincantucciati sul pavimento del locale, quasi uno accanto all’altro. Il primo ad essere scoperto è stato Riccardo Notarpippo, domenica sera. Poi, ieri mattina, alla ripresa del lavoro nell’albergo chiuso durante
il weekend, il nuovo macabro rinvenimento. Anche Dullio Cruciani era rimasto ucciso nell’identico modo, da una overdose o forse da una dose tagliata con sostanze micidiali. Ora la polizia sta cercando di ricostruire te fasi del drammatico episodio. Tutto deve essere accaduto verso le 20 di sabato scorso e, incredibilmente, i due corpi sono rimasti al chiuso delle piccole stanze per lunghissime ore senza che nessuno si accorgesse di niente. Si tenta anche di scoprire se i ragazzi erano amici e da chi avevano acquistato lo stupefacente. È appena iniziato l’anno e le cronache riprendono a contare il numeго delle giovani vite stroncate dalla polvere bianca: sono sei dal primo gennaio ad oggi, quasi un record.

