Star Trek: la propulsione a curvatura potrebbe non essere più fantascienza

A partire dagli anni 60 del secolo scorso Star Trek ha alimentato il sogno di milioni di appassionati di fantascienza di poter viaggiare nelle immensità dello spazio ed esplorare “strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà”.

Tutto ciò è reso tecnicamente possibile dal famoso motore a curvatura, che consente di viaggiare a velocità superiori a quelle della luce, cosa fisicamente impossibile.

Ma è davvero così? Un recente esperimento sembrerebbe dimostrare che, almeno sulla carta, nulla vieta di ottenere la mitica propulsione a curvatura anche nel nostro universo.

Vediamo insieme di che si tratta e quali sono le prospettive per il futuro.

Realizzare la propulsione a curvatura con un “buco nero sonico”

La propulsione a curvatura (“warp drive”, in inglese) si basa su un “trucco”: poiché è fisicamente impossibile superare la velocità della luce, si agisce invece sullo spaziotempo stesso, letteralmente “piegandolo” per ridurre le enormi distanze tra due punti dell’universo.

Come ci insegna la teoria della relatività generale di Einstein, ciò che curva lo spaziotempo è nient’altro che la massa degli oggetti o, equivalentemente, la loro energia, come descritto nella famosa formula E=mc².

E qual è l’oggetto più massiccio/energetico dell’universo? Un buco nero, ovviamente!

Partendo da questo assunto, il centro di ricerca americano Applied Physics ha costruito in laboratorio un particolare “buco nero” fatto di glicerina, una sostanza dall’eccellente capacità di immagazzinare energia.

Come scrive Jackie Appel su Popular Mechanics (qui l’articolo completo), i ricercatori hanno poi “bombardato” la glicerina con onde sonore estremamente ben sintonizzate, per accumulare energia. 

Infine, hanno diretto un laser verso il composto, scoprendo che a determinate frequenze sonore la luce del laser si comporta esattamente come nei pressi di un vero buco nero con la sua immensa gravità: cioè, la sua traiettoria viene piegata.

Importanza dell’esperimento e futuro della propulsione a curvatura

Di per sé l’esperimento suddetto non ottiene l’anelata propulsione a curvatura, ma mette nelle mani dei ricercatori uno strumento estremamente utile.

Difatti, ora che Applied Physics ha dimostrato la fattibilità del loro particolare “buco nero, il gruppo si appresta ad effettuare esperimenti sulla gravità, nella speranza di avvicinarsi sempre più alla realizzazione concreta della propulsione a curvatura.

Inoltre, poiché il loro “buco nero” è molto più economico da costruire rispetto ad altre simulazioni simili in laboratorio, i ricercatori si aspettano che altri gruppi seguano il loro esempio, portando ulteriormente avanti la ricerca.
Insomma, al momento siamo ancora ben lontani dal realizzare un prototipo reale, ma chissà che in un futuro lontano i libri di storia non scriveranno che glicerina e onde sonore ci hanno permesso di “arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima”.

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