La vittoria del Sì ai quattro quesiti referendari dovevano essere un toccasana per il centro-sinistra, e invece si stanno rivelando un autentico boomerang (un po’ come le amministrative). Dopo la diffusione dell’ormai famoso video che dimostra quanto e come Bersani sosteneva nel 2008 la privatizzazione dell’acqua in un Convegno, e la retromarcia di Di Pietro sulla politicizzazione del Referendum (non bisogna cioè più utilizzarli come spallata per mandare a casa il Governo, quando lui in campagna elettorale nelle piazze lo ha fatto continuamente), un’altra delusione arriva dal Governatore della Puglia Nichi Vendola. In particolare, sulla riduzione delle tariffe che in molti avevano sperato con l’abrogazione della norma che consente “al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito”.
LA DICHIARAZIONE DI VENDOLA – «È indispensabile fare i conti con la realtà per non precipitare nei burroni della demagogia: sull’Acquedotto Pugliese abbiamo
CHI GLIELO SPIEGA AI SOSTENITORI DEL SI’? – Preso atto di ciò, bisogna spiegarlo ai sostenitori del Sì pugliese che dallo stesso Vendola sono stati spronati a votare in favore dei quesiti referendari. Innanzitutto, dirglielo senza prose ragionieristiche come quelle utilizzate dall’Assessore Amati; ma soprattutto, spiegargli perché nessuno ha detto prima loro che le tariffe non sarebbero comunque state abbassate. Ma a questo Vendola ha saputo rispondere in modo molto, forse troppo semplice. Stranamente, senza utilizzare il suo solito e ammaliante gergo prosaico: «Nessuno me lo ha chiesto». Più chiaro di così. Basterà ai pugliesi?
(Fonte: Corriere del mezzogiorno)