Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Mondo è stato teatro di abomini e disumane nefandezze. Tra queste gli esperimenti sugli esseri umani al fine di vincere la guerra con armi batteriologiche e non convenzionali. Se è vero che all’apice di ciò vi fu la Germania nazista con una figura su tutte, quella del medico ufficiale Josef Mengele, autore di numerosi esperimenti ad Auschwitz, anche il Giappone (alleato tra l’altro proprio con i tedeschi), non fu da meno. Parliamo di Ishii Shiro, altro ufficiale medico dedito a disumani esperimenti.
CHI ERA JOSEF MENGELE – Laureatosi in Antropologia all’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera prima e in medicina alla Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte poi, Mengele entrò nelle SS nel 1940. Fu così spedito sul fronte russo, ma nel 1942 fu ferito e giudicato sanitariamente inadatto al combattimento; venne così promosso al rango di “Capitano delle SS” per il salvataggio di due soldati tedeschi ricevendo anche delle croci di ferro. Il 30 maggio del 1943, all’età di 32 anni, iniziò a prestare servizio ad Auschwitz-Birkenau. Qui Mengele si dedicò a ricerche mediche in piena libertà, consapevole di poter sottoporre i prigionieri a qualsiasi esperimento senza dover dar conto a nessuno. I suoi studi furono condotti quasi esclusivamente sui gemelli, che rappresentavano la sua principale ossessione. Oltre a questi, studiò anche zingari e mostrò un certo interesse pure per nani ed ebrei, che Mengele reputava delle forme umane “anomale”. Tra le sue ricerche nel campo, una parte furono dedicate anche al noma (infezione gengivale).
Tra gli studi di Mengele a carattere meno scientifico e di natura prettamente nazista, si ricordano quelli legati agli occhi; di questi, Mengele segui due filoni, uno riguardante l’eterocromia e l’altro la possibilità di riuscire a mutare il colore degli occhi. Dopo la morte, i cadaveri erano sottoposti ad autopsia e spesso alcune parti dei corpi o interi feti conservati grazie alla formalina venivano inviati al di fuori del campo per effettuare su di essi ulteriori e più approfonditi esami.
Con il crollo del Nazismo, Mengele fuggì in Sudamerica, dove morì in Brasile nel 1978 all’età di 68 anni.
IL SUO OMOLOGO GIAPPONESE: Ishii Shiro– come il Nazista, anche il medico ufficiale giapponese è scampato alla giustizia graziato dagli Usa vincitori della guerra, mediante uno scambio di informazioni sulle sue ricerche. A Ishii gli fu consentito perfino di continuare le sue ricerche fino al 1959, quando morì per cause naturali a 67 anni.
Ex prigionieri Alleati e cinesi, sopravvissuti ai suoi disumani esperimenti, raccontano che ad alcuni prigionieri sono state iniettate sostanze tossiche, per capirne la capacità di sopravvivenza. Altri prigionieri sono stati esposti a temperature di -20C, fin quando le loro braccia congelate colpite da un bastoncino non emettevano un rumore simile a quello di una tavola in legno. Dopodiché venivano prima immerse nell’acqua bollente e dopo la loro pelle veniva strappata come carta.
Altri ancora raccontano di un esperimento di inoculazione del virus della peste su 12 cavie; solo una persona sopravvisse dopo 19 giorni, ma venne vivisezionata immediatamente. Oppure l’esposizione a circa 20.000 Volts di energia elettrica, con effetti immaginabili sul corpo umano. Per non parlare di cavie messe a testa in giù per vedere quanto sopravvivevano o iniezioni di aria nelle vene, o di urina di cavallo nelle reni. Anche i bambini non venivano risparmiati, ed erano oggetto di vivisezioni. Infine, amputazioni selettive di arti o organi sani.
IL FILM – Sulle atrocità del campo di concentramento Unità 731, è stato girato anche un film: “Men behind the sun” di Tun Fei Mou, regista giapponese criticato dal suo Paese e perfino a rischio pena di morte. E’ datato 1987, ed è alquanto agghiacciante forse perfino per chi a certe scene ci ha fatto l’abitudine guardando film Splatter. Forse ciò che lo rende violento e inquietante è proprio il fatto che è ispirato a fatti realmente accaduti. Ha avuto anche altri tre seguiti, tutti, a parte il terzo, sempre trattanti gli esperimenti nel laboratorio.
Dopo aver letto quest’articolo, quando leggerete o sentirete il nome Shiro, non vi verrà in mente solo il noto personaggio dei cartoni animati che giocava a pallavolo, ma anche uno dei tanti personaggi diabolici appartenuti a quell’oscura pagina qual è stata la Seconda Guerra Mondiale.