In questa sede, cercherò di fornire una panoramica esaustiva sul sistema di trasporto alternativo che più sta facendo discutere in più Paesi: Uber. Per il quale mancano ancora delle normative chiare entro cui delimitarlo. Vediamo dunque cos’è Uber, come funziona, le tariffe, come si diventa autista Uber ed altre questioni.
Cos’è Uber
Cosa significa Uber e sharing economy
Cos’è la sharing economy? Mettere a servizio degli altri la propria auto per trasformarla in mezzo di trasporto urbano per gli altri. Il tutto, ovviamente definendo i termini del servizio, curando l’assistenza al cliente e rendere il viaggio quanto più comodo e gradevole possibile. Risparmia il proprietario dell’auto e altri. Invece di muoversi quattro auto per il trasporto di una persona cadauna, a muoversi sarà un’auto sola.
Come funziona Uber
Premesso cosa sia la sharing economy alla base di questo servizio, diventa anche più semplice capirne il funzionamento. Quando ci si trova in una città dove opera Uber, per beneficiarne sarà sufficiente:
- aprire l’applicazione da scaricare sul proprio dispositivo mobile
- selezionare il tipo di auto che si desidera (in base ad esempio al numero di persone da trasportare e altri fattori come il budget a disposizione)
- specificare il punto in cui ci si trova e la destinazione da raggiungere
La app per poterne usufruire è disponibile per tutti e tre i principali sistemi operativi. Viene costantemente aggiornata e migliorata. E’ molto intuibile ed accessibile a tutti. Anche a chi è poco avvezzo con la new tech.
In quali città opera Uber?
Quali sono le tariffe di Uber: quanto costa?
Rispondere a questa domanda in maniera univoca è impossibile. Occorre tenere presenti la lunghezza dell’itinerario e il numero di persone che viaggeranno con noi. Ma anche il traffico e la fascia oraria. Quindi, anche volendo fare un calcolo preventivo, esso risulterà comunque approssimativo. Anche su questa questione vi rimandiamo al sito ufficiale.
Come si diventa autista Uber
In tempi di crisi occupazionale, questo sistema può diventare anche un’opportunità lavorativa. Pertanto, è anche lecito chiedersi: come si diventa autista Uber? Il sito ti accoglie così:
«Raccontaci qualcosa di te e della tua auto. I requisiti dei veicoli variano a seconda della zona geografica. Ti indicheremo noi quelli in vigore per la tua città».
E ancora, riguardo i documenti da presentare:
«Esegui l’upload della patente, della registrazione, del talloncino dell’assicurazione e delle informazioni necessarie per la verifica»
Infine, una volta diventati autisti, il sistema dà anche dei consigli:
«Una volta ottenuta l’approvazione per guidare con Uber in qualità di fornitore indipendente, ti forniremo tutto ciò di cui avrai bisogno per avere successo alla guida»
Il rapporto tra l’autista e servizio è garantito sempre dalla app e non prevede particolari vincoli di giorni e orari. Non solo, gli autisti Uber hanno anche altri benefici extra: sconti presso officine e distributori convenzionati grazie ai quali ridurre i costi della gestione del proprio veicolo.
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In realtà, di recente Uber ha anche rilevato la startup Geometric Intelligence, per sviluppare auto self-drive. Qualcosa già messo in campo da Google, ma ancora lontana da un uso di massa. Il fattore umano alla guida sembra ancora essere irrinunciabile. Inoltre, un progetto parallelo sta portando alla nascita perfino di un taxi volante. Un velivolo di tipo VTOL (Vertical Take-Off and Landing) come ne vediamo spesso in film di fantascienza futuristici (si pensi alla mitica De Lorean di Ritorno al futuro o Blade Runner).
Perché i tassisti sono contro Uber
Se per ora hanno vinto la battaglia, a lungo termine, molto probabilmente, i tassisti italiani perderanno la guerra. La tecnologia è qualcosa che non si può fermare. Ci hanno provato gli operai col luddismo durante la rivoluzione industriale dell’800 e sappiamo com’è finita. Qui entra anche in gioco la capacità della politica di trovare soluzioni che soddisfino un po’ tutti. Ma qui casca anche l’asino. A tanti politici, in chiave elettorale, fa più comodo sostenere le ragioni di una nutrita categoria professionale, anziché quella di tanti cittadini che smanettano sugli smartphone. Costringendoli, non a caso, ancora a prendere i mezzi pubblici tradizionali. Ricordiamo ad esempio come Gianni Alemanno nel 2008 vinse le elezioni a Sindaco di Roma anche schierandosi coi tassisti.
Ai tassisti potrebbero essere alleggerite tasse e burocrazia, così da compensare i sacrifici fatti fino ad oggi. E magari obbligarli ad utilizzare Uber come hanno fatto in Germania. Qualche giorno fa è emerso che la app veniva ugualmente utilizzata in Italia raggirando i divieti.