La tragedia di Emmanuel: razzismo italiano come Boko Haram

Emmanuel Chidi Namdi era arrivato nel nostro Paese dalla Nigeria meno di un anno fa, insieme alla moglie 24enne Chimiary. Aveva seguito le rotte dei migranti fino alla Sicilia, dopo che i terroristi di Boko Haram gli avevano ucciso la figlia di due anni e devastato il villaggio. Ma giunto in Italia, non gli è andata meglio. In quel di Fermo, nelle Marche – dove era ospite con la da alcuni mesi del seminario arcivescovile insieme ad altri richiedenti asilo provenienti dai paesi dell’Africa centrale – un gruppo di estremisti di destra, probabilmente ultras della squadra locale di calcio, prima hanno preso di mira la moglie chiamandola ”scimmia africana” e poi hanno aggredito l’uomo che cercava di reagire agli insulti. Così, gli aggressori lo hanno colpito più volte alla testa, con calci e pugni. Forse, addirittura, con un paletto che lui stesso avrebbe divelto dalla strada per affrontarli.

Il clima in Italia è diventato pesante, la tragedia di Emmanuel

Il nigeriano 36enne è morto dopo un giorno di coma in ospedale. Le sue condizioni erano apparse però subito senza speranze. Le testimonianze però divergono. C’è chi parla di un gruppetto di aggressori, chi di una sola persona. Non è chiaro neppure se quel paletto ci fosse davvero o meno. Probabilmente, non sapremo mai la verità. Quella se la porterà con sé per sempre Emmanuel nella tomba, insieme ai suoi sogni di cambiare vita. Dopo che gli era già stata uccisa una figlioletta di soli due anni.

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Il clima in Italia è diventato pesante. La convivenza tra le ondate di immigrati che arrivano costantemente dall’Africa incontrollata e il razzismo dormiente degli italiani è ormai difficile. Reso complicato da un malessere sociale generato dalla crisi economica, certo, ma anche dalla paranoia di chi cerca un macabro divertimento per passare la giornata. L’Italia non è il Paese accogliente che questi disperati sognano. Abbiamo fomentato la loro disperazione e ora speculiamo sulla loro fuga mediante sfruttamento della prostituzione, lavoro malpagato nei campi, facili adozioni di minorenni orfani, compravendita di organi, fondi europei succhiati dalle cooperative sociali fintamente solidaristiche nei loro confronti. Poi, a completare il quadro, c’è il razzismo. Una parola che nel 2016 appare ancor più ridicola.

Personalmente, adoro le persone di colore. Le donne sono bellissime e piene di vitalità, gli uomini gentili e sorridenti. Nonostante una storia tragica alle spalle, da secoli. Proprio stamane ho parlato con un ragazzo nigeriano, simpaticissimo. Nel 2016 ancora queste notizie. Mi vergogno di essere bianco. I veri neri siamo noi. Ma di animo.

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