SINISTROIDI E ALTRI MUSICISTI: CHI POTREBBE PRENDERE IL POSTO DI CLAUDIO ABBADO COME SENATORE A VITA

TRA I PAPABILI PRODI, BENIGNI, MA ANCHE MORRICONE E MUTI
Di solito un nominato a Senatore a vita si gode la sua bella pensione per anni e anni, pur magari avendo già un’invidiabile età quando riceve l’incarico. E’ andata male a Claudio Abbado, Maestro d’orchestra stimato in tutto il Mondo, spentosi lunedì a 80 anni. Nato a Milano il 26 giugno del 1933, la nomina a senatore a vita gli arrivò il 30 agosto del 2013, quando il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo nominò insieme a Renzo Piano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia. Un’infornata che sollevò non poche polemiche. Ora, la Costituzione non specifica se il Presidente della Repubblica possa nominarne cinque durante il suo mandato oppure che debbano essere cinque in totale. Ma è già partito il toto-Senatore a vita. Molti sono i soliti nomi.

CHI SAREBBE IN POLE – In pole position ci sono “i soliti” Romano Prodi e Roberto Benigni, notoriamente molto graditi a Napolitano. Nomi tuttavia anche molto di parte e che sarebbero graditi solo a Pd e Sel. Gli altri nomi su cui potrebbe puntare il Colle sono quelli di Riccardo Muti (che rappresenterebbe una soluzione di continuità con Abbado), Andrea Camilleri, Ennio Morricone e Claudio Magris.
Molto più improbabili quelli di Marco Pannella e Stefano Rodotà. Comunque rientranti di diritto nella rosa finalista.
SCALFARI TORNA A SPERARE – Non è da escludere anche il nome di Eugenio Scalfari. Il fondatore di Repubblica da tempo attende una chiamata dal Colle per uno scranno a palazzo Madama. I “messaggini d’amore” per Napolitano da parte di Brabapapà sono sempre all’ordine del giorno. Quando il fondatore di Repubblica comincia a sentir “odore” di poltrona parte subito con editoriali al miele per Napolitano. Qualche mese fa, mentre il suo nome circolava tra i corridoi del Quirinale Scalfari aveva preparato una serie di editoriali tutti pro-Napolitano difendendolo sul caso della trattativa Stato-Mafia.
Scriveva Scalfari: “Il capo dello Stato non può essere né indagato né intercettato e nemmeno soggetto a perquisizione fino a quando non sia stato sospeso dalle sue funzioni attraverso un’apposita sentenza della Corte Costituzionale”. Ma ad agosto quei fiumi di inchiostro non bastarono. Al giornalista Napolitano preferì architetti, scienziati e direttori d’orchestra. Barbapapà è già con la “penna” in mano…
E se dei Senatori a vita ne facessimo proprio a meno? Visto che, sebbene in genere si tratti di personalità meritevoli nel campo di propria competenza, il più delle volte servono da stampella del Governo in carica al momento della nomina e risultano pure assenteisti?
Magari si potrebbe partire dalla morte del povero maestro Abbado per averne uno in meno e iniziare un positivo countdown.

(Fonte: Libero)
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