A Bologna è nata la Destra 3.0, genuflessa a Salvini

PRESENTI ANCHE BERLUSCONI E LA MELONI. PIAZZA GREMITA, VIOLENTA MANIFESTAZIONE DEI CENTRI SOCIALI
Una destra italiana così unita in piazza non si vedeva dal 2007, quando scese in Piazza del Popolo a Roma per protestare contro l’allora Governo Prodi. Strappando così alla sinistra una piazza utilizzata da sempre per le grandi manifestazioni (cosa che ha fatto poi nel 2013 anche il Movimento cinque stelle).

DESTRA UNITA IN PIAZZA COME NEL 2007 – Piazza Maggiore non sarà grande quanto quella, ma Bologna resta comunque ancora un simbolo della sinistra italiana. Tant’è che i centri sociali si sono opposti in modo veemente contro la manifestazione. E non è quello di otto anni fa neanche il centrodestra. Forza Italia ha la metà dei voti di allora, Alleanza Nazionale è stata resuscitata da Giorgia Meloni ma conta su un quarto dei voti del 2007. Ad essere più forte è invece la Lega Nord, non a caso organizzatrice della manifestazione. Una Lega trainata dall’onnipresente in Tv Matteo Salvini, il quale si è preso a colpi di comparsate lo scettro di leader della coalizione. Gli va dato atto, almeno, di aver rifatto correre il Carroccio dopo gli scandali della Bossi family del 2012.

BERLUSCONI COME IL CLOWN DI LUCI DELLA RIBALTA – Berlusconi, dopo una tiritera simil Nanni Moretti in Bianca, ‘vado non vado’, alla fine ci è andato e ha parlato pure. Annoiando parte della platea che lo ha anche invitato a smettere di parlare. Come si fa con i comici che non fanno più ridere. E Berlusconi è ormai la caricatura di se stesso. Non ha più presa sull’elettorato, il suo volto è una maschera cupa. Sembra Charlie Chaplin in Luci della ribalta. Anche lui si è arreso all’idea di non avere più la forza per essere leader della coalizione, passando così il testimone al più giovane e rampante Matteo. Ed ecco che, paradossalmente, i sue eredi politici diventano due, entrambi di nome Matteo.
GLI ASSENTI – Non hanno fatto parte della festa, invece, Raffaele Fitto col suo ambiguo Conservatori e riformisti, né Angelino Alfano; il quale, pur di tenersi stretto (in modo peraltro imbarazzante) il ruolo di Ministro degli interni, continua ad appoggiare il Governo Renzi perdendo pezzi ogni giorno. Vogliono creare, probabilmente, un centrodestra diverso, nuovo, che vada finalmente oltre il Cavaliere. Ma non hanno certo il carisma del segretario leghista. Inoltre, non sono di primo pelo, essendo stati in Forza Italia fino all’altro ieri. E poi, si sa, molto probabilmente finiranno immancabilmente per allearsi. Già a partire dalle prossime amministrative. D’altronde, tutti insieme, possono sperare di prendere i voti di Pd e M5S.

Insomma, la destra passa dalle mani di un imprenditore a quelle di un leghista. Confermando il fatto che Giorgio Almirante non abbia avuto eredi. Anzi, uno forse sì: Gianfranco Fini. Ma sappiamo tutti la fine ignobile che ha fatto…
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