Rave party e ergastolo ostativo: pugno duro del Governo

Nella giornata di ieri è arrivata una svolta importante riguardo alcuni aspetti della Giustizia italiana.

Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il decreto legge con misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia: il cosiddetto ergastolo ostativo. Nonché di riforma del processo penale, di obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali. Con particolare riferimento ai Rave party.

Rave party diventano illegali: quali sono le pene

Partendo proprio da questi ultimi, il provvedimento si è reso urgente dopo l’ultimo rave party tenutosi a Modena, che sarebbe dovuto durare per tutto il weekend lungo di Halloween (sabato-martedì). Ed invece, lo sgombero è avvenuto ieri mattina, con le forze dell’ordine che non sono entrate nel capannone abbandonato onde evitare lo scontro e pesanti ripercussioni sull’ordine pubblico. Ma ha solo invitato i tanti giovani presenti, soprattutto stranieri, ad uscire gradualmente. Una mossa intelligente dunque.

Fino a ieri, non esisteva alcuna norma che prevenisse i rave party sul nascere. Una lacuna che stata trasformando il nostro paese in un’isola felice europea. Del resto, si tratta di un’usanza soprattutto dei paesi mitteleuropei, che stiamo importando anche qui da noi. Come non bastassero le altre fregnacce importate in questi anni, Halloween compreso.

Venendo alle pene, come riporta AGI il governo ha deciso per la confisca degli oggetti utilizzati durante l’occupazione, la reclusione da 3 a 6 anni e multe da 1.000 a 10.000 euro.

La ratio è dunque quella di disincentivare l’organizzazione di rave party, ovvero di un raduno non autorizzato “dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica“.

Ergastolo ostativo cosa significa

Cosa significa ergastolo ostativo? Veniamo ora all’ergastolo ostativo. Come spiega Domani, si tratta di una misura fortemente voluta da Giovanni Falcone nel 1992, e prevede che i condannati per alcuni reati gravi, in particolare mafia, terrorismo e associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, non abbiano la possibilità di accedere ad alcun beneficio penitenziario – come i permessi premio e il lavoro esterno – se non decidono di collaborare con la giustizia, dimostrando così il loro ravvedimento.

La Consulta, però, è già intervenuta in materia, ritenendo l’ergastolo ostativo «in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo». Secondo il report del Garante Nazionale delle persone private della libertà, in Italia i detenuti ostativi sono 1259, che corrispondono al 70 per cento degli ergastolani totali.

Il decreto tiene comunque conto di eventuali eccezioni, come per esempio in caso di risarcimento pecuniario oppure delle circostanze personali o ambientali, ecc.

Inoltre, per alcuni reati gravi la libertà condizionata non potrà essere raggiunta se non si è scontato almeno un terzo della pena. O 30 anni in caso di ergastolo.

La disposizione si intende infine retroattiva. Ma l’ultima parola spetta sempre e comunque alla Consulta.

L’ergastolo ostativo apre però scenari interessanti dal punto di vista politico. Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, nei suoi 40 anni da Pubblico Ministero, è sempre stato molto garantista. Dicendosi contrario all’ergastolo ostativo e all’ergastolo in generale. Credendo di più sulla natura rieducativa della pena.

Inoltre, è nota la matrice garantista di Forza Italia, che fa parte della maggioranza. Ma non ha più certo il peso di una volta.

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