Rai, la censura come cura a Virus
A mettere in piazza la storia di Virus epurato dal palinsesto Rai e di Porro parcheggiato nel limbro dei «vedremo» è il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «La trasmissione Virus non andrà più in onda», afferma il vice presidente del Senato, «quella di Porro è una presenza che aggiungeva un pizzico di pluralismo in una Rai appiattita sulle posizioni della sinistra e del governo. Né si venga a dire che l’azienda ha fatto proposte alternative a Porro perché si tratta di ipotesi risibili. Si tratta di un’epurazione a tutti gli effetti». E di «epurazione» parla la deputata azzurra Daniela Santanché. «Anche il governo Renzi, come i migliori regimi sovietici, toglie di mezzo l’informazione che ritiene scomoda», afferma l’esponente azzurra, «siamo al redde rationem: stanno venendo al pettine tutti i nodi e le storture delle nuove norme che lasciano troppo potere al governo e al direttore generale della Rai e niente al Consiglio di amministrazione». Preoccupati della scelta indicata da Campo Dall’Orto anche gli esponenti del Nuovo Centrodestra e di Scelta Civica. In ballo c’è il pluralismo dell’informazione. Un tema, quello della pluralità delle voci, che all’amministratore delegato non deve stare particolarmente a cuore, nonostante i richiami che arrivano anche dal Pd.
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Proteste anche nel Pd
Via anche Giannini da Ballarò
Martedì sera c’è stata un’altra netta vittoria per Giovanni Floris con il suo DiMartedì in onda su La7 che ha battuto Ballarò sia in share che in ascolto medio, ma non è la sola ragione per la quale Ballarò, il programma di punta di Rai Tre, nella prossima stagione non sarà condotto da Massimo Giannini. L’ex vice direttore di Repubblica, parlando a Dogliani ha detto che «questa non è la Rai, questa è l’Eiar (l’ente monopolista delle radiodiffusioni durante il periodo fascista, ndr)», dice il giornalista, «è un’altra cosa. Lo dico con assoluta trasparenza e serenità, non c’è un discorso ideologico in quello che sto dicendo, né un atteggiamento contro il governo o Renzi». No, non è solo una questione di share.
A pesare sarà stata soprattutto la frase del conduttore su Maria Elena Boschi, riguardo il caso Banca Etruria. Il vice-direttore de La Repubblica infatti si è fatto scappare un: «Qualche rapporto incestuoso in questa vicenda c’è». Riferendosi tra le righe al fatto che nello scandalo bancario fosse coinvolto anche il padre del Ministro delle riforme. Anche in quel caso l’onorevole Anzaldi fu una voce fuori dal coro nel Pd.
Insomma, nuove epurazioni in vista nel palinsesto Rai. Le quali non fanno che confermare quanto sia sempre più ridicolo far pagare il Canone, dato che il pluralismo dell’informazione a Viale Mazzini non c’è mai stato. A ciò poi si aggiunge il succitato abbassamento della qualità del servizio offerto, livellatosi su quello di Mediaset, e lo spazio delle pubblicità ormai vicino a quello delle reti private. Quanto ai conduttori, l’unico che resta sempre saldo al suo posto è Bruno Vespa. Capace come pochi di aggraziarsi chiunque vada al Governo.