PIZZA NAPOLETANA ESCLUSA DALLA GUIDA GAMBERO ROSSO

PREMIATE UNA PIZZERIA VERONESE, DUE ROMANE E UNA CASERTANA
La città di Napoli subisce un nuovo smacco: formale certo, ma che in fondo fa rabbia. Nell’edizione rinnovata della guida gastronomica e turistica “Gambero rosso”, nella sezione dedicata alle migliori Pizzerie italiane, non ce n’è neanche una napoletana. Uno smacco per una città che ha inventato la Pizza facendone uno dei suoi punti di forza; assieme al caffè, alcuni dolci tipici e ovviamente le bellezze paesaggistiche e monumentali.

LE PIZZERIE PREMIATE – Secondo la nuova edizione della Guida, le Pizzerie meritevoli del più alto riconoscimento – ovvero i “tre spicchi” – sono le romane La Fucina e Sforno, la Pizzeria Pepe a Caiazzo (in provincia di Caserta) e perfino una in provincia di Verona: I Tigli San Bonifacio. In quest’ultimo caso si tratta di un autentico abbaglio, visto che questo locale è una focacceria e non una pizzeria. Un abbaglio madornale data l’importanza della guida.
PIZZAIOLI SUL PIEDE DI GUERRA– Il Gambero Rosso boccia i pizzaioli di Napoli: le polemiche
„Infuriato Massimo Di Porzio, vicepresidente dell’Associazione Verace Pizza: “Sono contro una linea editoriale ed imprenditoriale che esalta la fantomatica pizza gourmet a scapito della pizza napoletana che da sempre è un alimento semplice e popolare. Per questo è stata sempre snobbata dall’elite gastronomica, salvo poi scoprire che anche gli stellati stanno costruendo forni a legna all’interno dei loro prestigiosi locali. Al Salone del Gusto ci impegneremo ancora di più a sottolineare la peculiarità della pizza napoletana”.“
Mercoledì alle 13 è stata prevista una iniziativa da Sorbillo ai Tribunali con i cittadini ed i pizzaioli assieme al fondatore del Gambero Rosso, Stefano Bonini, che, si annuncia, “spiegherà il perché di una scelta che appare dettata più da motivi più politici ed economici che culinari”. Per l’occasione è stata offerta ai fortunati passanti anche la tradizionale pizza a portafoglio.
A 151 anni dallo scippo che i settentrionali ci inflissero in nome di una mai realizzata Unità d’Italia, ora ci tolgono pure il primato di uno dei nostri piatti più distintivi. Sud ancora una volta sacrificato al Nord dunque, checché ne dicano Bossi e compagni.
(Fonte: Napoli Today)
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