NICHI VENDOLA, IL GRANDE SCONFITTO DI QUESTE PRIMARIE

HA OTTENUTO POCO PIU’ DEL 15,6%, USCENDONE RIDIMENSIONATO. CI E’ COMUNQUE ARRIVATO STANCO E MENO PUBBLICIZZATO DEGLI ALTRI
Le Primarie del centro-sinistra hanno avuto tre vincitori: la democrazia, visto che a votare ci sono andati oltre quattro milioni di italiani, alla faccia dell’anti-politica; Bersani, che ha voluto queste primarie e l’eventuale ballottaggio, nonostante già di diritto sarebbe stato lui il candidato Premier del Pd; Renzi, che ha stimolato un dibattito interno al partito, scuotendo molti elettori di sinistra ormai intorpiditi e suscitando l’interesse anche di qualche elettore di destra ormai stufo del berlusconismo.
Ma c’è stato anche un grande sconfitto: Nichi Vendola.

UNA BATTAGLIA DIFFICILE – E’ stato proprio il Governatore della Puglia a volere le Primarie, parlandone la prima volta lo scorso agosto. Poi Renzi ha colto la palla al balzo per lanciare la sfida ai Jurassici del Pd, riuscendo pure ad ottenere più del doppio dei voti del leader di Sel. A queste primarie Vendola ci è arrivato logorato dal processo che lo ha visto accusato di aver sponsorizzato il chirurgo toracico Paolo Saredelli per un posto di primario all’ospedale San Paolo di Bari. Processo per cui ha ottenuto poi la piena assoluzione nel mese di ottobre (la Pm Cosentino aveva chiesto 20 mesi di carcere). Ma soprattutto lo spinoso caso Ilva, acuitosi proprio nel periodo delle Primarie, con un destino beffardo che ha voluto che un tifone si abbattesse su un cilindro dell’impianto di Taranto, provocando anche dei feriti.
C’è anche da dire che Vendola ha goduto di minore visibilità rispetto ai due principali candidati del Pd. Il che pure ha inciso sul risultato finale. Non che in televisione non ci andasse pure lui; ma le Primarie sono apparse come una sfida tra Renzi e Bersani.
CAMBIARE LINGUAGGIO? – Ma al di là di tutto, a bocce ferme, Nichi esce sensibilmente ridimensionato da queste Primarie, con un misero 15,6%, che dovrebbe forse cominciare a spingerlo ad atteggiarsi meno a leader maximo di una platea che non ha. Ad essere meno filosofeggiante nel suo dialettale. La ricerca attenta di vocaboli curati forse lo sta anche allontanando dalle masse, che come noto, preferiscono gli urlatori e qualunquisti alla Grillo.
Alla luce di questo risultato, Vendola si occupi di più della sua Puglia. Come Renzi dovrebbe fare con la sua Firenze e de Magistris con Napoli. Basta con questi amministratori locali che si atteggiano a leader nazionali. Se faranno bene il loro lavoro a livello locale, arriveranno all’apice in modo naturale e più meritato.
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