Durante gli anni della Repubblica di Salò, che per lui furono un autentico esilio, Benito Mussolini scrisse quasi ogni giorno delle lettere a Claretta Petacci, descrivendo il suo stato d’animo interiore tormentato dalla consapevolezza di un Regime che volgeva al termine. Nonostante la disperazione di un uomo egocentrico e ambizioso che ormai si vedeva sempre meno influente nello scenario politico italiano, il Duce trovava ancora le parole per ribadire i suoi sentimenti nei confronti della sua amante, che fino in fondo – ovvero nell’atrocità di Piazzale Loreto – lo seguì nel proprio destino.
A partire dal loro ritrovamento, avvenuto nel 1950, queste lettere (ben 318) sono emerse a poco a poco, con un accelerazione negli ultimi anni. Ora sono state raccolte in un libro edito da Mondadori.
UNA RACCOLTA DI LETTERE – “Cara, comincio col dirti: per la giovinezza che m’hai dato, per la fedeltà che mi hai portato, per le torture che hai
LA GRADUALE SCOPERTA DELL’EPISTOLARIO – Nato da un progetto ideato e realizzato dall’Archivio Centrale dello Stato, questo volume chiude la lunga vicenda legale e giudiziaria, iniziata nel 1950 con il ritrovamento del fondo Petacci a Villa Cervis di Gardone Riviera e l’acquisizione da parte dello Stato. Negli ultimi anni, mano a mano che andava esaurendosi il vincolo sulla consultabilità del materiale, parte di queste lettere sono state oggetto di attenzione da parte dei media e degli studiosi, nella convinzione che avrebbero fatto luce su aspetti mai chiariti riguardanti persone, circostanze, avvenimenti della storia nazionale e della sfera privata di Mussolini, compreso il presunto carteggio tra Winston Churchill e Mussolini, di cui peraltro non è stata trovata traccia. L’Archivio Centrale dello Stato rende dunque pubblica per la prima volta la versione integrale dell’epistolario, con un’edizione critica – a cura degli storici Agostino Attanasio, Luisa Montevecchi, Elena Aga-Rossi e Giuseppe Parlato – di straordinario valore storico-politico, la cui portata va ben oltre il mero contenuto delle carte e riguarda piuttosto il significato dell’ultima esperienza politica del dittatore fascista.
ITALIA, L’AMORE MAI TRAMONTATO – Nelle lettere alla Petacci, vari sono i riferimenti all’Italia. “Ma prima di parlare di noi – aggiunge il Duce nella prima
Dato il continuo accostamento tra Berlusconi e Mussolini, sia da parte di ammiratori che di detrattori, chissà che in futuro Bruno Vespa non decida di scrivere un libro sulle telefonate romantiche di Berlusconi alle sue donne. Ah no, ci hanno già pensato le intercettazioni, e di romantico hanno ben poco.