Ma a parte ciò, c’è un altro aspetto di cui i rossoneri devono tener presente: il governo cinese starebbe programmando un taglio agli investimenti nel calcio europeo. Che coinvolgerebbero quindi anche club italiani da loro gestiti. Ecco cosa potrebbe succedere.
Il Governo cinese vuole tagliare investimenti nel calcio europeo
Il Corriere della sera sottolinea come nel corso del tempo la tipologia di investimenti delle società cinesi all’estero ha subito una profonda modificazione. Fino al 2013 le acquisizioni erano in genere realizzate da imprese statali prevalentemente nei settori dell’energia e delle materie prime. Da qualche anno, invece, le società private, hanno scoperto l’investimento più speculativo, che il governo cinese arriva a definire «irrazionale» in aziende come le squadre di calcio (821 milioni la cifra pagata dall’imprenditore Yonghong Li per rilevare il Milan, dopo che già l’Inter era passata in mani cinesi), marchi francesi della moda e studios negli Stati Unit. Mentre le società pubbliche puntano sui produttori di semiconduttori e sull’agribusiness. Non è dunque un caso se la Ue si prepara a inasprire i controlli sulle acquisizioni di società europee da parte di aziende extraeuropee, in particolare cinesi. Tanto più che poco dopo il suo insediamento il presidente francese Emmanuel Macron aveva sollecitato un intervento di questo tipo da parte di Bruxelles, soprattutto in settori strategici.
Non solo Milan e Inter: quali sono le squadre italiane ed europee controllate da cinesi
L’allarme principale potrebbe riguardare soprattutto il Milan, visti gli investimenti folli di questi primi mesi della Sino-europe Sports. Se è vero che la squadra è già stata praticamente cambiata, è anche vero che ci sono congrui ingaggi da pagare e una programmazione che non può certo arrestarsi di punto in bianco. La gestione di Suning è apparsa invece molto più oculata fin dai primi tempi, visto che l’Inter ha bilanciato arrivi con partenze. Oltretutto, Suning controlla la società interista per il 70%, quindi non completamente. Mentre la restante parte è di proprietà dell’indonesiano Erick Tohir.