Al via la campagna #Salviamofratellolupo: i miti da sfatare
- Primo mito da sfatare, quello secondo il quale i lupi sono stati reintrodotti in Italia. Falso: i lupi possono percorrere decine di km al giorno e così stanno ricolonizzando da soli le aree in cui vivevano un tempo, grazie alle leggi di conservazione, al divieto di caccia e all’istituzione dei parchi. Praticamente estinti in Italia agli inizi degli anni ’70, oggi hanno una popolazione che supera i 1.500 esemplari.
- I lupi aggrediscono gli uomini. Falso: come la maggior parte degli animali selvatici temono l’uomo. Negli ultimi 200 anni in Italia non è stata registrata nessuna aggressione ai danni dell’uomo da parte di un lupo.
- I lupi mangiano soprattutto le pecore. Il 90% della dieta di un lupo è costituita da animali selvatici, come cinghiali e caprioli, contribuendo al contenimento della popolazione di queste specie. È anche vero che il lupo è un predatore opportunista e se trova una pecora incustodita preferisce cibarsi di questa piuttosto che affrontare un cinghiale agguerrito, ma recinzioni elettriche e cani da pastore sono ottimi deterrenti e dove le greggi vengono opportunamente accudite la predazione da parte dei lupi è praticamente assente. Per difendere la pastorizia bisogna riaprire la caccia al lupo: è un grave errore.
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Uccidere i lupi è controproducente per salvare la pastorizia
Inoltre la crescita demografica di questa specie è tenuta sotto controllo anche dal fatto che all’interno di un branco si riproduce solo una coppia e una sola volta l’anno. Altra credenza sbagliata quella secondo la quale il lupo sottrae prede ai cacciatori: una popolazione di lupi in buona salute è compatibile con una popolazione di prede in buona salute.