LA PUBBLICITA’ DI TELECOM CHE OFFENDE I NAPOLETANI

UNO DEI PROTAGONISTI E’ UN TIZIO DI NOME GENNARO CON TUTTI GLI STEREOTIPI CHE ACCOMPAGNANO DA DECENNI I PARTENOPEI
Sarete sicuramente incappati nei nuovi spot di Telecom Italia; inevitabilmente direi, visto che vanno in onda ripetutamente ogni giorno da fine agosto. Protagonista Chiara Galiazzo, vincitrice della sesta edizione di X Factor e classificatasi sesta tra i Big del Festival di Sanremo di quest’anno. Chiara interpreta una giovane padovana che prende casa con altre studentesse e da lì partono una serie di avventure (una strategia di marketing ormai adottata da tutte le compagnie telefoniche). In due “puntate” pubblicitarie compare anche un certo Gennaro, che sarebbe l’inquilino del piano di sopra. Un napoletano con tutti gli stereotipi tipici con cui sono raffigurati i napoletani dagli anni ’50. E’ possibile che gli italiani ci vedano ancora così?!

IGNORANTE E GOFFO – Gennaro è il classico emigrato napoletano, almeno come veniva e forse viene ancora visto da molti settentrionali sessant’anni fa: ignorante, goffo, una specie di alieno venuto dal Sud e atterrato a Milano (o chissà dove, nella pubblicità non si capisce) nella civiltà. L’attore che lo interpreta (peraltro pure ascolano) dice pure di essersi ispirato a Edoardo De Filippo per calarsi nella parte; anche se dall’aspetto somiglia più a Carlo Giuffrè. Dovevano solo munirlo di pizza e mandolino e la macchietta era completa.
NESSUNA CRITICA – Nessuno però si è indignato sul web; o meglio quasinessuno, fortunatamente. Eppure contro Telecom (peraltro manco più di proprietà italiana) dovevano levarsi critiche come quelle rivolte a Barilla per la boutade del suo proprietario contro i gay o a Pomì per le parole poco lusinghiere sui pomodori campani.

L’immagine di noi napoletani è già continuamente ridicolizzata da personaggi come Gigi D’Alessio o Alessandro Siani, che con i loro atteggiamenti buffoni e con la loro “calata” fanno credere in giro che buona parte dei partenopei sia così. Ma ce ne sono anche tanti introversi, riflessivi, più miti, meno sguaiati, meglio rappresentati da Massimo Troisi. Meno pittoreschi ma più autentici. 
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