LO SCORSO ANNO DISSE CHE LO AVREBBE FATTO GRATUITAMENTE PER STEMPERARE LE POLEMICHE. MA ORA PRECISA CHE PARLAVA DI UN SOLO ANNO
Tempi duri per i Musei. E la politica, anziché affidarli a professionisti navigati ed estranei alle squallide logiche interne ad essa, li da’ in pasto a mere spartizioni di poltrone. Forti polemiche aveva suscitato nell’autunno dello scorso anno la nomina a direttrice del Museo di arte moderna di Roma – il Maxxi – di Giovanna Melandri, in quota Partito democratico. In tanti parlarono di autentico riciclo, giacché la Melandri non era stata inserita nelle liste per la candidatura alle ultime politiche, dopo ben 5 legislature.
Lei per smorzare i toni parlò prima di un gettone di presenza pari a 30 euro a seduta e poi di completa gratuità. Ma ecco che i toni si riaccendono. La Melandri lo stipendio lo vuole eccome, giustificandosi dicendo che parlava di gratuità solo per un anno.
IL DIETROFRONT – Già sei mesi dopo, però, usciva un’altra Ansa. Con una versione postuma di cui non c’è traccia negli archivi: «Giovanna Melandri manterrà la promessa di “regalare un anno di lavoro per il rilancio del Maxxi”: a sottolinearlo è la stessa presidente della Fondazione Maxxi, in una nota in cui spiega che la trasformazione del Museo nazionale delle arti del XXI secolo in ente di ricerca è stata avviata dal precedente cda». Conseguenza: lo stipendio ora era possibile.
«Lo prenderò da settembre-ottobre», ha spiegato a Panorama , «nell’ottobre 2012, quando ho accettato l’incarico, sapevo che il Maxxi era una fondazione e che in base alla legge Tremonti avrei prestato la mia opera gratuitamente. Legge sbagliatissima, me lo si lasci dire, perché la cultura ha bisogno di grandi manager, e questi vanno pagati. Sapevo anche che era in corso una procedura, avviata dai precedenti amministratori e conclusa ad aprile, per il riconoscimento del Maxxi come ente di ricerca. Ho detto all’allora ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi: “Comunque vada, per un anno regalo il mio tempo prezioso”. Ho sbagliato: dovevo dire che non appena avrei potuto prendere uno stipendio me lo sarei preso, eccome. Scherzo, ovviamente. Ma sarà uno stipendio sobrio, pari a quello di altri dirigenti».
LE RICHIESTE DEI RICERCATORI– Sarebbe bello, ora, se la post-deputata e neo-manager dedicasse un po’ del suo tempo prezioso alla lettera pubblica di un gruppetto di ricercatori che chiede i motivi, se il Maxxi è «un ente di ricerca», della sorpresa di fine giugno: «la Biblioteca chiusa, l’accesso agli archivi bloccato e nessuna assicurazione sui tempi e sulle modalità della riapertura. Per l’accesso alla biblioteca abbiamo pagato una tessera annuale e proprio nel periodo degli esami e di preparazione delle tesi di laurea e di dottorato il servizio pubblico è sospeso. Se un Museo pubblico, che vive con soldi dello Stato, è un ente di ricerca perché sospende proprio queste attività? Che ente di ricerca è?».
La Cultura, la Sanità, l’Ambiente, l’Istruzione si risolleveranno solo quando saranno affidati a tecnici competenti e sottratti alle grinfie dei politici.
(Fonte: Corriere della sera)