KOSOVO…CI RISIAMO?

Dopo quasi 10 anni di sostanziale pace, sotto la guida dell’ONU, nel Kosovo (lembo di terra posizionato geograficamente tra Serbia e Albania, e da questi due Stati conteso, ma maggioranza albanese), sembrano soffiare di nuovo venti di guerra civile.
Domenica è arrivata la dichiarazione d’indipendenza dalla Serbia da parte del Primo Ministro kossovaro Hashim Thaci, suscitando le ire dei serbi, che come gesto di rottura politica, hanno ritirato il loro ambasciatore dagli USA, specificando che farà altrettanto con qualunque Paese riconoscerà ufficialmente l’indipendenza del Paese nel cuore dei Balcani.


Dietro alla questione kossovara, c’è chiaramente un braccio di ferro internazionale; neanche a dirlo, tra USA e Russia. I primi sono favorevoli alla loro indipendenza, i secondi no, visti gli storici ottimi rapporti con la Serbia. E i primi forse puntano ad avere un altro piccolo alleato in più, e togliere qualcosina ai sovietici.
L’UE, ancora debole politicamente, soprattutto di fronte ai due “titani”, si mostra largamente favorevole all’indipendenza del Kosovo, con in testa i principali Paesi Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia, mentre voce fuori dal coro tra le grandi è la Spagna, insieme a Cipro, Grecia, Slovacchia, Bulgaria e Romania, stati questi più o meno vicini geograficamente al Kosovo.
Naturalmente alle superpotenze frega poco l’indipendenza kossovara, ma chiaramente dietro il loro schierarsi per il si o il no, c’è un forte interesse per il trasporto del gas in Europa, visto che il Kosovo è una “arteria” strategica. Oltretutto dal Kosovo potrebbe passare anche il nuovo gasdotto “Nabucco”, che andrà dall’Austria alla Turchia, riducendo così il monopolio russo sulle forniture di gas all’Europa (da tale gasdotto dovrebbe trarsi il 15% del fabbisogno europeo), estendendosi forse in futuro anche per altri Paesi mediorientali, come l’Iran. E proprio il Kosovo potrebbe essere un Paese-tappa di “Nabucco”.
Speriamo che tutto si risolva senza un nuovo conflitto civile e che, una volta raggiunta l’indipendenza, non ci siano discriminazioni etniche nei confronti della minoranza serba, montenegrinina e gitana in primis.
 

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