José Mourinho torna Special one e fa volare il Tottenham

Mentre la sua ex squadra, l’Inter, esce malamente dalla Champions league, piazzandosi addirittura ultima nel girone (prima volta nella sua storia), lui, José Mourinho, che proprio di quella squadra fu grande timoniere portandola alla conquista del leggendario Triplete, è tornato a sorridere. Ed essere Special One.

José Mourinho in questa stagione è infatti allenatore del Tottenham. Squadra al momento della scrittura prima in Premier league a pari punti con il Liverpool – tornato da qualche anno i Reds di un tempo – con 21 punti in 10 partite. Nonché prima nel girone di Europa league, davanti ad Anversa, Lask e Ludogorets con 13 punti.

Ribattezzatosi Mister Club, l’allenatore portoghese ha ritrovato un contesto che più gli confà rispetto alle ultime esperienze in due grandi club come Real Madrid e Manchester United. Quest’ultimo coronamento di un suo sogno, ma di fatto non andato come avrebbe voluto (pur non andandosene a mani vuote). Due esperienze intervallate da un ritorno al Chelsea.

Ma cosa ha ritrovato davvero José Mourinho – Mou per gli amici – in quel di Tottenham?

José Mourinho perché tornato Special One

Il vate dello “Zero tituli” o della “prostituzione intellettuale” (giusto per citare un paio di terminologie che hanno segnato la sua esperienza in Italia), al Tottenham ha ritrovato il suo essere villain. Il suo essere anti-sistema benché poi fosse uno dei protagonisti dello stesso. Lo guidasse e infine lo plasmasse pure.

Ma parte l’aspetto mediatico, il trattare quasi tutti come nemici e lo spostare l’attenzione verso di lui per proteggere la squadra, il mago di Setùbal ha anche ritrovato i vecchi trucchi tattici. Di quelli che forse in contesti di prime donne non possono essere applicati. Mourinho ha bisogno di guerrieri.

E così, ecco il pressing alto, la fiducia in se stessi, la conquista delle seconde palle, la lotta su ogni spazio. Ed ecco che Kane è esploso, ha spronato Dele Alli (come riporta Il Fatto quotidiano, al primo allenamento lo aveva chiamato letteralmente “pigro del cazzo”), ha fatto di Son un giocatore determinante a livello europeo.

Mourinho sta vivendo così la sua seconda giovinezza. Ha ritrovato la sua dimensione. Forse non vincerà il campionato, ma sicuramente vincerà il suo titolo personale: farà parlare di sé ogni settimana, incuterà timore agli avversari, operaizzerà la baronetta Premier league. E chissà, per l’Europa league può farci più di un pensierino, avendola anche già vinta col Manchester United.

E forse un pensierino serio ce l’ha fatto, visto che in settimana ha detto che non è giusto che i terzi del girone Champions retrocedano lì. Ha scosso anche il calcio europeo, dunque.

José Mourinho trofei vinti

Come riporta Wikipedia, dopo una non esaltante carriera da calciatore come difensore, e le prime esperienze in patria come assistente o Vice (anche una a Barcellona), inizia le sue prime esperienze di rilievo sulle panchine di Sporting lisbona e Benfica.

La svolta per la carriera di José Mourinho si ha nel Porto, dove in due stagioni e mezza vince:

Nel 2004 arriva al Chelsea del primo anno di Abramovic, con il quale vince:

Nel 2008 approda all’Inter, con cui vince:

Dopo il Triplete, giunge al Real Madrid, voglioso di tornare a vincere la Champions league. Ma arriveranno:

Qualcosa però nello spogliatoio si incrina, mentre la società non è contenta dei fallimenti in Champions. Così torna al Chelsea, con cui vince

Ma la magia della prima volta sembra non esserci più e il mancato successo nella Champions, lo porta al Manchester Utd. Che dopo l’era Ferguson, sogna di tornare grande. Ma anche qui i grandi successi non arrivano Tuttavia, i red devils riusciranno a vincere:

Tra i riconoscimenti personali ottenuti, annoveriamo:

Nel 2015 ha raggiunto il record di aver beneficiato del maggior capitale speso in trasferimenti £1 miliardo di sterline in 12 anni.

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