Gli esordi di Jack Nicholson
A lanciare definitivamente la carriera di Nicholson è il film culto di Dennis Hopper, «Easy Rider», e il (seppur breve) ruolo dell’avvocato ubriacone George Hanson gli fa guadagnare la prima nomination all’Oscar. «L’ultima corvè» di Hal Ashby gli regala invece la terza candidatura all’Oscar, la quarta al Golden Globe, e gli fa vincere il prestigioso premio inglese Bafta e il Prix d’interprétation masculine a Cannes.
Le grandi interpretazioni degli anni ’70 di Jack Nicholson
Jack Nicholson mette insieme una serie di interpretazioni straordinarie una dietro l’altra. Con «Chinatown» incassa la quarta nomination agli Academy. Ma è con il ruolo di Randle Patrick McMurphy in «Qualcuno volò sul nido del cuculo» di Milos Forman, che Jack Nicholson corona una lunga catena di interpretazioni memorabili e incassa la prima statuetta come Miglior Attore, nel 1976. Con questa pellicola si aggiudicherà anche il David di Donatello. Con Maria Schneider sarà protagonista del film «Professione: reporter» di Michelangelo Antonioni, che di Nicholson dirà: È così potente, ha una faccia magnifica, uno sguardo freddo, e insieme intenso».
Anni ’80, Jack Nicholson tra sentimentalismo e diabolicità
Nel 1984 con Shirley MacLaine e Debra Winger sul set della pellicola «Voglia di tenerezza». Nicholson con il ruolo dell’astronauta malinconico e donnaiolo Garrett, rifiutato, prima di lui, da Burton Reynolds, James Garner, Harrison Ford e Paul Newman, si aggiudica la seconda statuetta della carriera. Con la caricatura della mafia americana firmata da John Huston, «L’onore dei Prizzi», Jack Nicholson conquista un’altra nomination agli Oscar e un Golden Globe come miglior attore protagonista.
Nicholson recita al fianco della grande Meryl Streep in «Affari di cuore». I due lavoreranno ancora insieme nel film «Ironweed», set che molte voci raccontano bollente per la scintilla scoccata tra le due stelle di Hollywood. Nel 1987, Jack Nicholson è ingaggiato ancora una volta per un ruolo diabolico, e nella pellicola di George Miller, «Le streghe di Eastwick», è alle prese con le seducenti Cher, Susan Sarandon e Michelle Pfeiffer.
Anni ’90: Jack Nicholson ruba la scena anche alle nuove Star di Hollywood
Con il solito smalto, nei panni del colonnello Nathan R. Jessep, ruba più volte la scena a Tom Cruise, protagonista del grande successo «Codice d’onore» di Rob Reiner. Nello stesso anno recita nel biopic «Hoffa-Santo o mafioso?» di Danny DeVito. Nicholson nel ruolo del sindacalista americano Jimmy Hoffa, divide la critica e guadagna una candidatura al Golden Globe come Miglior attore e una ai Razzie Awards come Peggior attore. Nel 1995 Sean Penn lo vuole per la sua seconda prova dietro la macchina da presa in «Tre giorni per la verità», e il film riunisce sul grande schermo Nicholson e l’ex compagna Anjelica Huston.
Anni 2000: Jack Nicholson non perde lo smalto
Jack Nicholson, i premi vinti
Oggi sembra patire la demenza senile, sebbene non abbia mai davvero confermato questa voce. Attore da record, dodici candidature e tre Oscar vinti oltre a sei Golden Globe, con Michael Caine e Paul Newman è l’unico a essere stato nominato agli Academy per cinque decenni. Ha collezionato anche molte donne, che ho evitato di citare.
Happy birthday Jack!