Ora IT torna al cinema e sta riscuotendo anche un ottimo successo di pubblico. Proponendosi come remake della prima versione, con maggiori effetti speciali e sempre discostandosi per più elementi dal romanzo del grande King. Non credo che lo vedrò, del resto non ho mai smaltito le “scorie” del primo film. E poi i film horror mi fanno da sempre una certa impressione. Sebbene credo che gli effetti speciali digitali di oggi abbiano tolto quella rudimentalità e rozzezza del primo, che lo rendevano anche più autentico e verosimile. E per questo più pauroso (un po’ come i film horror anni ‘70-’80).
In pochi però sanno che IT è esistito davvero e anche se Stephen King non abbia mai detto esplicitamente di essersi ispirato a lui, è probabile che ne abbiamo tratto ispirazione. Già perché IT il pagliaccio assassino è esistito davvero: si chiamava John Wayne Gacy, noto anche come Pogo il clown, mentre per le sue malefatte fu chiamato Killer clown. La sua storia è a dir poco raccapricciante e la riporto di [sta_anchor id=”it”]seguito[/sta_anchor].
IT è esistito davvero? Chi era John Wayne Gacy
Le perizie psichiatriche hanno rivelato in lui una notevole intelligenza ma anche vari disturbi della personalità, sadismo e omofobia interiorizzata. Gli piaceva anche dipingere, soprattutto proprio pagliacci e molti disegni furono dati all’asta. Sebbene quasi tutti bruciati dai cittadini della sua città tra cui molti parenti delle vittime. La vicenda di Pogo il clown, Mr Gacy, ha alimentato ulteriormente nell’immaginario collettivo la paura del “clown malvagio”. Dalla sua storia è stato tratto il film biografico Gacy, prodotto nel 2003 e forse anche Stephen King trasse qualche ispirazione per il suo romanzo IT
Quando John Wayne Gacy divenne IT
Le vittime di IT Gacy
Tra aprile e agosto ammazza almeno otto ragazzi, due mai identificati. Quattro li piazzerà nella solita cantina. Dopo Carroll, a luglio prova ad aggredire un suo impiegato, David Cram, 18 anni. Lo ammanetta e lo avverte che sta per violentarlo. Ma il giovane è un esperto di arti marziali. Si libera, lo scalcia. E si licenzia. Kenneth Parker e Michael Marino spariscono in ottobre: violentati e strangolati, finiscono in una buca. Un operaio di Gacy, William Bundy, 19 anni, scompare due giorni più tardi: verrà sepolto dietro la camera da letto del serial killer.
Si alternano feste per bimbi, volontariato, politica e affari. Stima dei vicini, gioia per i piccoli, rispetto da parte di industriali e rappresentanti delle istituzioni. A dicembre sparisce nel nulla anche Gregory Godzik, altro dipendente di Gacy. L’imprenditore racconta ai genitori che il giovane è scappato di casa. Un mese dopo è la volta di John Szyc, 19 anni, amico di Godzik: verrà trovato sepolto al suo fianco. Un paio li tortura e incredibilmente li lascia andare. Ma ancora più incredibile è il fatto che gli inquirenti, nonostante la catena di delitti nella zona, accettino senza problemi le sue giustificazioni sul sesso sadomaso consenziente.
A casa intanto non c’è più posto per i cadaveri: i successivi Gacy li butterà nel fiume Des Plaines River. La scia di morte si ferma solo a ottobre 1978, quando a farne le spese è il quindicenne Robert Piest, impiegato in una farmacia di Chicago. Piest aveva detto ad amici e parenti che aveva conosciuto il famoso titolare della Pdm, l’azienda edile che aveva ristrutturato il negozio dei suoi e che la sera sarebbe andato a trovarlo.
Non appena la polizia arriva da Gacy per fargli alcune domande, non ci mette molto a scoprire cosa sia accaduto: dentro l’abitazione c’è una puzza nauseabonda. Lui spiega che si tratta del sistema fognario che dà problemi, ma il tempo delle favole è finito.
Alcuni corpi li trovano subito. Gacy confessa 33 delitti, commessi tra il ’72 e il ’78, tutti di giovanissimi. I cadaveri ritrovati sono solo 28. Alcuni sfuggirono alle sue grinfie, ma non lo denunciarono: era troppo potente e apprezzato perché fossero creduti. Viene fuori un vero e proprio cimitero in cui la casa è stata trasformata: corpi seppelliti in giardino, dietro la camera da letto, in garage, in cantina. La comunità locale, in cui era tra i più stimati, rimane scioccata. Tutti a dire: «Non può essere la stessa persona che faceva divertire i nostri figli vestito da pagliaccio». Invece è proprio lui.
Come fu scoperto IT John Wayne Gacy
Arresto e condanna a morte di Pogo il clown Gacy
John Wayne Gacy fu giustiziato il 10 maggio 1994, a 52 anni, per mezzo di un’iniezione letale endovenosa, pochi minuti dopo la mezzanotte, in un carcere dell’Illinois. L’ultima frase detta al suo avvocato fu: «Prendervi la mia vita non compenserà la perdita di quelle altre». Mentre le ultime parole prima dell’iniezione furono: «Baciatemi il culo!» (Kiss my ass!)