L’aeroporto è stato così adeguato per sviluppare il traffico civile su larga scala, con quattro banchi check-in, due aree di imbarco, nastri bagagli e sale d’aspetto. I lavori di completamento e di collaudo sono terminati nel mese di dicembre 2007. L’8 maggio 2008 l’ENAC ha rilasciato la concessione per la gestione provvisoria.
Fin qui tutto bene. Almeno all’apparenza, giacché l’uso civile di tale complesso aeroportuale non è mai davvero “decollato” (in tutti i sensi). I voli di linea sono iniziati nel 2008, con la compagnia “VolaSalerno” che ha operato dal 2 agosto 2008 al 18 dicembre 2008; seguita poi dal 27 luglio 2009 al 7 maggio 2010 dalla compagnia “Air Dolomiti”.
Fin qui, voli “a singhiozzo” dunque. Mentre come dicevamo in precedenza, dal primo dicembre sono ripresi nuovi voli, sebbene di dubbia utilità dato lo scarso traffico aereo che qui ha origine e termine: dal 1 dicembre 2010 opera la compagnia Alitalia (con il sotto gruppo Air A!ps) con due voli giornalieri dal lunedì al venerdì su Milano Malpensa, ed un volo giornaliero su Roma Fiumicino. Ad oggi, la media dei passeggeri è di circa 50 unità al giorno, di cui il 70% circa sono quelli in partenza.
Insomma un rosario di distanze tutte sopperibili con altri mezzi pubblici, come i treni o gli autobus di linea. Inoltre, come denunciato da alcuni cittadini salernitani, le strade che collegano l’aeroporto con le autostrade o le altre strade extraurbane principali, sono ancora vecchie strade di campagna dissestate e non asfaltate.
I DUBBI DEL COMUNE DI SALERNO – Siamo ora alla nota dolente dei costi. Il progetto tra il 2008 e il 2009 è costato circa 7 milioni di euro l’anno, ovvero 3,5 milioni di euro l’anno per costi fissi di gestione. Per il 2011 – come ha denunciato Gianni Iuliano, rappresentante del Comune nella gestione dell’aeroporto – se si aggiunge a tali costi fissi di gestione il costo di Alitalia, si arriva a quasi 8 milioni di euro l’anno. Una cifra che, per Iuliano, continuerebbe ad essere troppo alta per la capacità dello scalo. Iuliano inoltre, fa notare come, se anche il piano Alitalia dovesse andare in porto a tutti gli effetti, si potrebbe portare a Salerno un bacino di utenza di centinaia di migliaia di passeggeri l’anno. Soglia piuttosto lontana dall’obiettivo che farebbe raggiungere il punto economico di equilibrio, fissato, per ogni aeroporto, a circa 500 mila passeggeri.
Non a caso, i dubbi del Comune di Salerno si riflettono sul fatto che l’ente ha un impegno nel progetto di poco più di un milione di euro. Ovvero quasi l’ottava parte del costo totale.
L’onorevole Cirielli (Tenente colonnello dell’arma dei Carabinieri), è anche deputato e dal 2008 presiede la IV Commissione difesa della Camera. E’ noto ai più per essere l’autore della “legge Cirielli” del 2005, ribattezzata “salva-Previti” e divenuta “ex Cirielli” perché in sede dibattimentale in Parlamento è stata notevolmente modificata rispetto al testo originario.
Cirielli sostiene con forza l’aeroporto “Costa d’Amalfi”, facendo tappezzare fieramente l’intera città di Salerno per annunciare la ripartenza del complesso aeroportuale (proprio perché il Comune di Salerno è amministrato dal centro-sinistra). La Provincia di Salerno resta il secondo finanziatore, in ordine d’importanza, del progetto. Chi detiene la quota di maggioranza è la Camera di Commercio, con il 30%.
Secondo fonti aeroportuali non sono rari i voli da Albenga per Fiumicino con 8-10 passeggeri. Stesso dicasi per i Charter destinati per Malpensa, Bastia (Corsica) e Tortolì (Sardegna), forse utilizzati da pochi intimi di Scajola per i weekend. Perché un aeroporto proprio ad Albenga? Semplice. Perché questo Comune dista 3 chilometri da Imperia, città natale del ministro e suo collegio elettorale.
(Fonti: Aeroporto, La Città di Salerno 1, La Città di Salerno2)