Le quattro riforme sbandierate da Renzi
Province, non si vedono ma ci sono
Riforma Madia, P.A. quasi uguale
La legge manca di sostanziali novità. Sta già emergendo oltretutto che le novità sono poche e non decisive e la burocrazia ministeriale impiegherà un niente ad aggirare i limiti che si volevano imporre per premiare la meritocrazia. Troppe enunciazioni generiche e su un elenco infinito di casi e sottocasi, ognuno ovviamente con deroga inclusa. I vincoli alle partecipate? Già espressi in passato e generici. I boiardi che le comandano così non faticheranno a dire che li stanno rispettando. Soprattutto se la loro fede nei confronti dell’amministrazione politica è comprovata. Si rischia di creare 150mila dipendenti pagati per non far nulla ove si desse corpo alla chiusura delle aziende inutili. E oltretutto il quadro dei risparmi promessi si va via ridimensionando. L’omogeneizzazione delle retribuzioni per i dirigenti non poterà risparmi e alla fine tenderà inevitabilmente verso l’alto. E va ricordato che i dirigenti pubblici italiani restano tra quelli più pagati al mondo.
Il Job Act non ha sortito effetti sul mercato del lavoro
Più che impressioni e polemiche, basti citare i dati Istat sulla disoccupazione, in particolare giovanile, di pochi giorni fa (tra i 15 e i 24 anni vola al 39,2%). Drammatici.
Buona scuola, la deportazione dei docenti da Sud a Nord
Spesa pubblica non ridotta, parola di Corte dei Conti
La prima e più grave delle occasioni fallite. I commissari nominati da Renzi per ridurre la spesa si sono dimessi uno dietro l’altro e anche la Corte dei Conti ha certificato il flop mettendo nero su bianco un «parziale insuccesso». Tanto che alla fine il termine spending review è sparito dall’agenda. Troppi sussidi, troppi bonus per acquisire consenso, solo rimaste misure piccole e poco coordinate, senza disegno complessivo. I freddi numeri purtroppo confermano: il debito pubblico è aumentato con Renzi di 141,2 miliardi (da 2.107,6 miliardi di febbraio 2014 a 2.248,8 del giugno scorso).
Rai, tra politica e bollette
Poi mettici la solita e pluridecennale longa mano della politica ancora presente…
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Politica migratoria peggiorata
Siamo ormai diventati la discarica umana d’Europa. Per ragioni geografiche siamo, insieme alla Grecia, il principale punto di sbarco degli immigrati. Il Governo Renzi è silenti di fronte all’egoismo del resto d’Europa, rinchiusosi a riccio tra muri e dogane. L’Italia non alza la voce e nel frattempo, distribuisce alla meno peggio immigrati tra i vari Comuni italiani, tra tendopoli, caserme stanza libere di Hotel. Con i residenti sempre più esasperati e i Sindaci costretti a fare da accoglitori passivi a discapito dei propri consensi elettorali.