Gianfranco Fini è uno che sa affondare bene. A quanto pare non solo politicamente. Tra i suoi hobby infatti c’è quello delle immersioni subacquee e, seguendo il ritornello della famosa canzone evergreen “per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare”, è andato di nuovo in vacanza nella stupenda Grosseto. Nella fattispecie, sull’isola di Giannutri. E come fece nel 2008, violando un’area protetta.
A CACCIA DI STELLE MARINE – Come riporta il settimanale Oggi (notizia ripresa da Libero, quotidiano sempre attento agli sgarri dell’ex Colonnello di An), il buon
IL PRECEDENTE – Fini ama Giannutri. E come dargli torto. Peccato però che non ami allo stesso modo la sua natura incontaminata e…intoccabile per legge. A pescarlo con le mani sui preziosi fondali toscani a fine agosto 2008, Legambiente, che inviò una lettera al presidente del Parco Nazionale dell’arcipelago toscano, Mario Tozzi, per chiedere se ci fu un’autorizzazione formale dell’ente, che peraltro,
Per la cronaca, l’area in questione è interdetta dal Decreto del Presidente della Repubblica istitutivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e dalla legge 394/91 a qualsiasi attività che non sia di carattere scientifico o per dirette esigenze dell’Ente Parco. Inoltre la stessa area, a terra e a mare è una Zona di protezione speciale in base alla Direttiva Ue uccelli.
GLI ALTRI COLONNELLI NOSTALGICI – Chiamatela Nostalgia canaglia se siete cultori di Sanremo. O C’eravamo tanto amati, se siete appassionati del bel Cinema di una volta. Fatto sta che a destra molti pensano già al post-Cavaliere, sebbene quest’ultimo non ha di certo intenzione di mollare (candidato Premier, a quanto pare, anche per il 2013).
Molto interessante, in tal senso, è un articolo di Antonio Rapisarda sul Secolo d’Italia, che inizia dalle difficoltà della ricomposizione. Gianni Alemanno sabato è andato a Mirabello (questa volta sponda Futuro e libertà) per lanciare il suo progetto di Area vasta? Lo hanno criticato, da una parte, il segretario de La Destra Francesco Storace («Alemanno chiarisca la sua presenza alla festa di Fli», ha minacciato) e, dall’altra, i finiani movimentisti che trovano sponda nel futurista di Filippo Rossi che di ricomposizione proprio non ne vogliono sentire parlare (anche se questa è una delle voci che si registrano in Fli, dove ci sono anche diversi aperturisti). È chiaro che, nella gestione di un presente enigmatico, la rottura traumatica tra chi proviene da Alleanza nazionale consumata all’interno del Pdl, brucia ancora.
URSO E MOFFA – Poi parla dei possibilisti. Da parte sua c’è chi, come Adolfo Urso, da tempo ha fatto della ricomposizione delle forze del centrodestra un’invocazione. E ieri ha lanciato dal suo magazine FareitaliaMag un editoriale –
Rispetto a Urso, Moffa ha fatto marcia indietro già la notte precedente quel fatidico 14 dicembre dello scorso anno, che avrebbe dovuto dare la spallata decisiva all’asse Pdl-Lega. Risultò, insieme ad altri che riposero il lungo coltello di tedesca memoria, perfino decisivo per la salvezza dell’attuale Governo. Lui Berlusconi non lo vuole mollare, ma al contempo, ha nostalgia anche dei bei tempi con Fini.
Nell’altra Mirabello – quella targata Pdl – Silvano Moffa, anche lui transfuga da Fli e adesso capogruppo di Popolo e territorio, c’era. E proprio seguendo il verbo della riconciliazione. Qualcosa si è mosso da quel giorno? «Sì, e credo che oggi debba essere una priorità il discorso sulla riarticolazione del centrodestra, del
Ci sarà riconciliazione? Chissà. In fondo, in questa italietta barcollante c’è bisogno di una destra vera. Tanto quanto di una vera sinistra. La Seconda Repubblica, diciamocela tutta, è stata perfino peggiore della prima. Ci avreste scommesso?
Quanto a Fini, chissà se sarà bravo anche in politica a riemergere dai fondali. Il suo Fli è dato dai sondaggi intorno al quattro per cento. Un po’ pochini.