Giuliano Pisapia è da circa un mese Sindaco di Milano; un lasso di tempo troppo breve per un primo giudizio sul suo operato, sebbene non manchi già qualche screzio nella coalizione che lo appoggia. Una malattia, quella della divisione, che contraddistingue il centro-sinistra da ormai 15 anni.
L’oggetto della disputa è l’Expo 2015, un evento troppo importante per il capoluogo meneghino e verso cui bisogna prendere decisioni veloci date le imminenti scadenze.
IL PIANO CREATO DALLA DESTRA E APPROVATO DALLA SINISTRA – Un passaggio «necessario per non bloccare Expo», lo definisce Giuliano Pisapia. Che
Paletti che arriverebbero dalla volontà del Comune di non delegare le funzioni urbanistiche e dalla parità di decisioni — e di veto — nella futura società che acquisirà i terreni. È quello che auspica Pisapia: «Sono convinto che, per quanto possibile, sarebbe bene che tutti i soggetti istituzionali avessero la stessa percentuale». Anche dalla Regione — che si impegna a investire ulteriori 89 milioni di euro per la sanità e la viabilità dei comuni del Nord Ovest — arriva la rassicurazione: «Questo accordo non è carta bianca, ma contiene una serie di linee precise su quello che sarà il dopo Expo, a favore di uno sviluppo per i cittadini — dice il presidente della Regione, Roberto Formigoni — Per questo ho insistito perché le istituzioni acquistassero i terreni, senza avere tra i piedi i privati: è l’ulteriore garanzia». E la presidente della società di gestione, Diana Bracco, assicura: «Il consiglio di amministrazione è pronto a lanciare la prima gara il 3 agosto».
CENTRO-SINISTRA SPACCATO – Non c’era più tempo e la nuova amministrazione ha dovuto dire sì a un accordo ereditato «dopo tre anni di litigi»: ecco l’aria che si respira a Palazzo Marino. Tra molti malumori del centrosinistra.
Marco Cappato, uno dei padri del referendum, dice: «Mancano garanzie contro la speculazione». Per il deputato pd Vinicio Peluffo, però, «l’indice non è di per sé garanzia automatica di salvaguardia dell’interesse pubblico. Proviamo a pensare a cosa realizzare su quelle aree» prendendo esempio, magari, da Shanghai che è pronta a collaborare con Milano per lo studio sulla riconversione.
LA CRITICA DELL’ALLEATO-AVVERSARIO BOERI SU FB – Il documento ha raccolto comunque anche il voto favorevole dell’assessore con delega all’Expo, Stefano Boeri, nonostante i malumori espressi nelle ultime ore e le voci di una possibile sua decisione di rimettere la delega all’evento. Cosa che però non avvenuta.
LA SODDISFAZIONE DEL CENTRO-DESTRA – In casa centrodestra, l’ex sindaco Letizia Moratti attacca: «Non posso che essere felice della decisione di Pisapia di firmare lo stesso documento sulle aree da noi preparato e di dare il via ai lavori così come da noi pianificato». E Matteo Salvini della Lega è ancora più duro: «Pisapia “inganna” i suoi elettori firmando lo stesso progetto e la stessa quantità di cemento già previsti dalla Moratti».
I PRIMI PROVVEDIMENTI DEL SINDACO PISAPIA – La Giunta comunale guidata da Giuliano Pisapia è comunque partita col piede giusto. Il primo atto è stato un taglio dal 10 al 15% ai compensi dei dirigenti. A presentare la linea dell’austerity è stata il vicesindaco, Maria Grazia Guida, la quale ha annunciato che i primi a
Altro provvedimento degno di nota è stato il Patrocinio alla manifestazione cittadina del Gay Pride che si è svolto lo scorso 25 giugno. Il provvedimento non ha comportato alcuna spesa per le casse di Palazzo Marino. Pisapia ha salutato la decisione col fatto che anche a Roma il Gay Pride gode del Patrocinio del Comune, per volontà del Sindaco Alemanno anch’egli del Pdl come la Moratti. Ma si sa, quest’ultima non vuole vedere per le vie di Milano zingari, musulmani e froci.