DOPO DON PANINO ARRIVA PIZZA AL CAPONE, ECCO COME CI VEDONO ALL’ESTERO

DOPO IL CASO DEL RISTORANTE DI VIENNA, SCOPERTA UN’ALTRA PIZZERIA A COPENAGHEN
Italia=Mafia. Un’equazione che all’estero non si è mai estinta, anzi, oggi da’ vita a nomignoli coi quali sono chiamati panini e pizze. Dopo il caso del ristorante viennese «Don Panino», un parlamentare in un ristorante di Copenaghen ha trovato la «pizza mafioso» e la «pizza Al Capone».

DON PANINO A VIENNA – Sul menu del pub di Siate Gasse a Vienna «Don Panino» si fa sberleffo a mafia e soprattutto antimafia la ragione sociale. Leggi la lista dei sandwich e i peperoni vanno di traverso: dopo il panino «Don Corleone» dedicato al Godfather per eccellenza, ecco il saltimbocca da 4 euro e 50 pesto, olive e pollo già improbabile di per sé e chiamato «Don Peppino», cioè Impastato, ammazzato da Cosa Nostra a Cinisi nel ’78. Corredato da una piccola scheda dove si legge: «Siciliano dalla bocca larga fu cotto in una bomba come un pollo nel barbecue». E ancora: «Don Buscetta», il collaboratore di giustizia finito tra rucola e paprika, scorrendo la lista si arriva a «Don Falcone». Già, persino il simbolo dei simboli, Giovanni Falcone è omaggiato con aglio pesto, insalata iceberg, salsiccia grossa di maiale e grana. A cotè la didascalia: «Si è guadagnato il titolo di più grande rivale della mafia di Palermo, ma purtroppo sarà grigliato come un wurstel». Quel purtroppo non aiuta a digerire né sarcasmo né salsiccia di maiale. Forse lo chef sta elaborando anche la gustosa variante Borsellino con acciughe.

Il pubblicitario è olandese e ha promesso di togliere i panini che fanno riferimento a Falcone e Borsellino.
LA PIZZERIA A COPENAGHEN – In vacanza con la famiglia per qualche giorno a Copenhagen, il deputato regionale del Pd e vicepresidente della Commissione antimafia all’Ars, Fabrizio Ferrandelli, denuncia sul suo blog l’ennesima rappresentazione distorta della Sicilia. «Sono veramente sdegnato e dobbiamo sdegnarci tutti – dice Ferrandelli – per i tanti che hanno combattuto e combattono la mafia. Il rispetto della memoria di chi ha sacrificato la vita in nome della legalità e della libertà e il rispetto di chi, in silenzio, pratica quotidianamente la legalità e si batte contro ogni forma di criminalità devono prevalere sempre su dibattiti sterili e sulle contrapposizioni che servono solo a dividere un fronte che dovrebbe stare unito per il bene della Sicilia e dei siciliani».
Il deputato siciliano preannuncia che porra’ il caso alla Commissione antimafia dell’Ars, presentando un dossier.
Ma c’è anche chi fa di peggio: italiani che si auto-denigrano. Come a Madrid, dove un italiano ha aperto un ristorante dal nome “La Mafia”. In fondo, certi assiomi duri a morire ce li meritiamo proprio.

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