Lunedì scorso ho assistito al concerto tenutosi a Pietrelcina (Bn) di una delle realtà più interessanti della musica leggera italiana contemporanea: Samuele Bersani; il concerto rientrava nel contesto dei festeggiamenti in onore di Maria SS.ma della Libera, Patrona del paese.
Tra le caratteristiche più positive di Bersani, senza dubbio si riscontra il suo essere ancora genuino, spontaneo, autoironico, semplice; nonostante il discreto successo e la popolarità di cui gode da diversi anni ormai. Ha svelato altresì qualche retroscena sulla sua carriera, ricordi del passato della sua vita privata, alcune gaffe commesse anche durante la serata stessa. Non ha risparmiato alcuni suoi colleghi che se la “tirano” troppo, andando in giro coi body-guard, e soprattutto la Tv, contro cui si scaglia spesso nelle sue canzoni, per il degrado culturale che sta arrecando al nostro Paese.
Insomma, un clima amichevole e confidenziale, da quelli tipici delle serate tra amici.
Anche in occasione di quest’ultimo album, Bersani è uscito poco in Tv, perché lui ama paragonarsi «a certi bambini di Cattolica che stanno lì a vendere le proprie conchiglie su una cassetta di frutta, ma senza importunare nessuno».
Non meno importante anche la sensibilità di Bersani verso le tematiche sociali; importante la sua iniziativa pro-Emergency: il ricavato del merchandising a lui destinato viene interamente devoluto all’Associazione di Gino Strada, che con tali fondi produce magliette “ad hoc” per i suoi concerti, che poi sono rivendute in occasione degli stessi. Complimenti.
Tornando al concerto di ieri, il cantautore di Cattolica ha proposto i brani maggiormente conosciuti al grande pubblico: la canzone di apertura è stata “Crazy boy”, poi ha mischiato sapientemente brani emozionanti come Spaccacuore, Giudizi universali, Replay, Il mostro, Il pescatore di asterischi, Ferragosto, Una delirante poesia, con brani ironici e dall’ironia tagliente quali Freak, Cosa vuoi da me, Coccodrilli, Senza titoli, Le mie parole, Che vita, Cattiva!, Lo scrutatore non votante; chiudendo poi il concerto con la ritmata Chicco e spillo.
Bravo Samuele. A quasi quarant’anni, la tua semplicità ed autoironia, in un Mondo della musica che viaggia sempre più spedito verso l’omologazione e l’apparire fino all’esasperazione (come del resto l’intera società contemporanea), sono un vero toccasana, quasi un vaccino.
Ecco alcune foto del concerto:
1. Foto ravvicinata di Samuele (per gentile concessione di Giulia Carbone)
02. Foto di Samuele che prepara il fedele leggio (per gentile concessione di Cinzia Caporale)
03. Qui Samuele mostra simpaticamente il leggio al pubblico (altra foto di Cinzia)
04. Samuele al piano per la struggente “Il mostro” (ancora di Giulia Carbone)
05. Panoramica del palco (per gentile concessione di Giovanni Imperato)