Ora, sul web circolano diversi articoli sugli effetti del Brexit. Tra catastrofisti e razionalisti. Cosa accadrà a noi italiani? Dobbiamo esultare come fa la Lega oppure ritenere che sia una brutta notizia come il Governo? Aiutiamoci con l’analisi autorevole de La Stampa.
Brexit, cosa succede a italiani
LAVORO
Chi paga le tasse in Gran Bretagna da cinque anni può richiedere un permesso di residenza e la cittadinanza. C’è chi l’ha già fatto, prendendo la doppia cittadinanza (britannica oltre che italiana). Chi ha intenzione di farlo adesso dovrà scontrarsi con una macchina burocratica che richiede tempo e denaro, un anno e almeno mille sterline. Chi non intende restare per sempre potrà probabilmente ottenere un visto di lavoro, da rinnovare ogni due-tre o anche cinque anni, presentando una richiesta da parte del proprio datore di lavoro. Chi, invece, vuole trasferirsi a Londra, da oggi in poi, non può più farlo senza avere già trovato un’occupazione prima della partenza.
TURISMO
Non cambia nulla. Gli italiani che vogliono andare in vacanza a Londra lo faranno senza la necessità di un visto. Questo potrebbe spingere molti connazionali a utilizzare questo mezzo per fermarsi un po’ di più. Entrare da turisti, probabilmente con la possibilità di fermarsi fino a tre mesi, cercare lavoro e, nel caso ciò accadesse, richiedere un visto di lavoro. La trafila, ovviamente, si prospetta molto più complicata. Per i turisti ‘da toccata e fuga’ Brexit è comunque una buona notizia: la sterlina è deprezzata molto rispetto all’euro e potrebbe arrivare anche alla parità. Chi viaggia sa bene quanto recarsi in Gran Bretagna costi. Di contro, però, aumenterà il costo dei voli da e per la Gran Bretagna.
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STUDIARE IN GRAN BRETAGNA
La retta annuale in un’università britannica si aggira attorno ai 12 mila euro. Con la Brexit salirà tra i 16 e i 22 mila euro. Facilitazioni, sconti e opportunità normalmente in atto nel Regno Unito sarebbero tutte da riclassificare. E molto probabilmente tutto costerebbe di più.
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Brexit, cosa cambia per britannici
In realtà, le brutte notizie riguardano anche i britannici stessi. Soprattutto per quanti si spostano nell’area Ue per viaggiare e per lavorare. Con problemi sia burocratici (si pensi ai visti) che economici (euro più costoso). Problemi anche per il lavoro, con le multinazionali e le grosse banche che potrebbero lasciare la Gran Bretagna dopo il Brexit. Minacce arrivano già da JPMorgan, Morgan Stanley e Goldman Sachs. Il terremoto sulle Borse, poi, è già in atto. Insomma, chi esulta per il successo del Brexit potrebbe presto pentirsene. Italiani disinformati, o che lo fanno per avere più voti, e britannici stessi. Una scossa andava comunque data all’Ue, sebbene Brexit sia eccessivamente destabilizzante.