Per Terzo settore si intende “quel complesso di istituzioni che all’interno del sistema economico si collocano tra lo stato e il mercato, ma non sono riconducibili ne all’uno ne all’altro; sono cioè soggetti organizzativi di natura privata ma volti alla produzione di beni e servizi a destinazione pubblica o collettiva (cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato, Organizzazioni non governative, ONLUS, ecc.)”.
LA PROTESTA A NAPOLI – Per queste ragioni, ma soprattutto, per difendere i diritti dei beneficiari finali dei servizi socio-sanitari, gli operatori sociali sono scesi nelle piazze di più città col più classico dei motti: «Ci avete ridotti in mutande». A Napoli, oltre un migliaio di operatori sociali da piazza Dante ha raggiunto Piazza del Plebiscito, portando in giro per il centro cittadino mutande stese su fili e qualche pannolino proprio per sottolineare le conseguenze che i tagli stanno avendo sul settore.
LE PROPOSTE – In piazza del Plebiscito, un gruppo di persone si è staccato dal tronco principale del corteo ed è entrato a Palazzo Reale. Dal balcone che affaccia sulla piazza, i manifestanti hanno srotolato un lenzuolo con la scritta «Il welfare non è un lusso». Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta in prefettura. «Chiediamo che il Governo torni a investire nel sociale – ha spiegato Sergio D’Angelo, portavoce del Comitato – Abbiamo proposto anche un tavolo straordinario sull’ordine pubblico che coinvolga Governo, Regione e le Autonomia locali per affrontare la questione del welfare».
(Fonte: Terzo settore, Corriere del Mezzogiorno)