Aborto in Italia e il fenomeno dell’obiezione di coscienza
“I dati forniti dal ministero non sono aggiornati, si vuole negare ancora l’evidenza delle cose – ha denunciato Loredana Taddei, responsabile nazionale Cgil delle politiche di genere, che ha presentato uno dei reclami – Dopo i due ricorsi accolti dall’Europa, il governo non ha ancora fatto nulla per migliorare la situazione”.
Un medico è un medico. In Italia, nel caso dell’Interruzione Volontaria di Gravidanza, esiste una legge dello Stato (che è costata tante lotte e fatica) che deve essere rispettata ed applicata e le Strutture Pubbliche, gli Ospedali debbono fornire un servizio e quindi hanno una funzione istituzionale. Semplicemente, il medico che fa l’obiettore non deve lavorare in questo servizio in una struttura pubblica che appartiene a tutti, in un ospedale. Del resto: un avvocato penalista iscritto nella lista dei difensori d’ufficio dovrà difendere anche chi l’opinione pubblica ritiene “indifendibile”: chi ha commesso una violenza, uno stupro e perfino un assassinio. Così come chi sceglie di fare il soldato non può rifiutarsi di usare le armi.
Come ricorda Contropiano, la Corte di Cassazione ha evidenziato che il medico obiettore nel caso della “Legge 194” che,
“omettere di prestare l’assistenza prima ovvero successivamente ai fatti causativi dell’aborto, in quanto deve comunque assicurare la tutela della salute e della vita della donna, anche nel corso dell’intervento di interruzione della gravidanza”: escluso quindi che il diritto di obiezione di coscienza esoneri il medico dall’intervenire durante l’intero procedimento di interruzione volontaria della gravidanza, trattandosi di “interpretazione che non trova alcun appiglio nella chiara lettera della norma”. Dunque nel caso di Obiezione di coscienza e in caso di aborto farmacologico in una nota (Nota a Cassazione penale., Sez. VI, 27.11.2012 (dep. 2.4.2013), n. 14979, Pres. de Roberto, Est. Fidelbo)”.
Ancora, in riferimento all’aborto praticato mediante somministrazione della pillola RU486, la Corte di Cassazione ha escluso, in base alla disciplina contenuta all’art. 9 l. 194/1978, la possibilità di sollevare obiezione di coscienza nella fase di espulsione dell’embrione (c.d. di secondamento) in quanto attività di assistenza successiva rispetto all’intervento di interruzione della gravidanza. Tale sentenza è sopraggiunta nel caso di una guardia medica, in servizio in un reparto di Ostetricia e Ginecologia perché questa si era rifiutata, per motivi di coscienza “di assistere una paziente già sottoposta ad un intervento di interruzione della gravidanza attuato mediante somministrazione farmacologica.”
Obiezione di coscienza, business per cliniche private
Obiezione di coscienza contro aborto in Europa
Attualmente, secondo dati diffusi da una ricerca inglese pubblicata sul portale BioMed Central, 21 stati membri dell’Unione Europea garantiscono l’obiezione di coscienza per legge, ma la percentuale e l’applicazione varia da Paese a Paese. Il “Libro bianco sull’obiezione di coscienza e il rifiuto di fornire assistenza riproduttiva” stilato nel 2014 dal network internazionale di medici Global doctor for choice, metteva a confronto i dati di Paesi che riguardano gli anni dal 1998 al 2013. Dal report l’Italia, con il suo 70 per cento di ginecologi obiettori e il 50 per cento di anestesisti, risultava già qualche anno fa fanalino di coda in Europa, seconda solo al Portogallo, che registra l’80 per cento di obiettori ginecologi che rifiutano di praticare l’aborto. In Spagna, come in Italia, i medici devono dichiarare di essere obiettori e l’obiezione è molto radicata, ma gli aborti sono delegati per la maggior parte a cliniche private convenzionate, esonerando così le strutture pubbliche dal problema. In Austria invece, dove la legge non costringe nessuno a eseguire aborti, non tutte le regioni dispongono dei servizi per l’interruzione di gravidanza e si assiste al fenomeno della migrazione interna da parte delle donne. Le cose sembrano andare meglio in Francia, dove gli obiettori sono il 3 per cento e i medici che si rifiutano di fornire il servizio sono obbligati comunque a prestare assistenza indirizzando i pazienti verso colleghi non obiettori.
Obiezione di coscienza contro aborto nel resto del mondo
Eseguire aborti nelle fasi finali della gestazione è vietato in 43 stati Usa salvo in caso di rischio per la salute della donna, e per le minorenni in 38 stati è obbligatorio il consenso dei genitori. La pressione di attivisti antiabortisti e movimenti pro-life si è fatta sentire negli anni, e oggi sempre più stati cercano di adottare misure restrittive alla legge per le interruzioni di gravidanza, come è già accaduto in 27 di essi, provocando la chiusura di molte cliniche. Il presidente Barack Obama ha cercato di introdurre un nuovo corso con la sua riforma sanitaria cercando di dare un taglio all’obiezione di coscienza a favore della tutela dei diritti della donna, attirando su di sé le ire di vescovi e organizzazioni religiose, ma in Usa l’obiezione di coscienza è ancora ampiamente diffusa, soprattutto negli stati più conservatori.
BLITZ DELLA POLIZIA DURANTE UN ABORTO A NAPOLI…CONSIDERAZIONI
Come combattere obiezione di coscienza contro aborto
“Solo in questo modo si potrebbe garantire la trasparenza, perché molti obiettori si vergognano di esserlo, invece la loro posizione dovrebbe essere pubblica – chiarisce la presidentessa Silvana Agatone. – Le nostre proposte non sarebbero difficili da attuare, quello che manca è la volontà politica”.