29 ANNI FA MORIVA ALDO MORO

Il 9 maggio 1979, veniva ucciso, dopo 55 giorni di prigionia, dal gruppo terroristico di estrema sinistra, le Brigate Rosse, il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro.
E’ pacifico, da parte degli storici e politologi, ritenere che l’intenzione, da parte dei terroristi rossi di uccidere Moro, scaturisse dal fatto che egli era il più importante sostenitore del “Compromesso storico”, che avrebbe portato, grazie al voto di fiducia in Parlamento, proprio il giorno dopo il suo sequestro, alla nascita per la prima volta in Italia, di un Governo composto dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Comunista italiano, allora ben rappresentato da Enrico Berlinguer (il PCI arrivò in quegli anni anche al 33%).


Evidentemente i brigatisti non volevano che il PCI diventasse partito di Governo, ma restasse opposizione, nella difesa delle fasce più deboli della società e non facesse parte anch’esso del sistema che loro lottavano. E ciò comportò il calo graduale dei voti del PCI, che perse così l’occasione di far parte del Governo e non raggiunse più quei successi elettorali, che invece confluirono in parte allo PSI (cominciò dopo qualche tempo l’era Craxi).
Oltre alle dovute colpe di alcune frange della sinistra italiana, le colpe della sua morte vanno anche attribuite ai democristiani all’epoca occupanti importanti cariche istituzionali, come Giulio Andreotti, Presidente del Consiglio e Francesco Cossiga, Ministro degli interni…Per loro, come tanti della DC, non bisognava scendere a compromessi con i sequestratori, che volevano in cambio della liberazione di Moro, la liberazione di alcuni brigatisti in carcere o di uno solo, ma di spicco.
Del resto, lo stesso Moro nelle sue lettere sperava nella trattativa e la stessa sua famiglia andò in polemica con i dirigenti del suo partito…Tant’è che i funerali si svolsero in forma civile e non istituzionale.
Sicuramente questo rappresenta uno di quei casi all’italiana irrisolti…Dove forse c’entrano anche intrecci con gli USA e la Germania Ovest (come avrebbe scritto lo stesso Moro in una lettera disperata), che scongiuravano forse uno spostamento dell’Italia verso l’asse sovietico e quindi avrebbero inciso sulla sua tragica fine.

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