La parola che dà il titolo al disco deriva dal dialetto emiliano e significa “il becco che fa rumore”, ovvero un uccello che mastica a vuoto non avendo in realtà nulla da mangiare. Dunque fa rumore.L’album uscito lo scorso 3 novembre consta di 11 canzoni e vanta la collaborazione di vari artisti internazionali quali: Bono degli U2 che ha tradotto in inglese la canzone “Il suono della domenica” che è diventata “Someone else’s tears”. Ma oltre al frontman della band irlandese, la realizzazione del disco ha visto la collaborazione di artisti del calibro di Max Marcolini, Jon Hopkins, Davide Rossi, Bob Carr, Brian Wilson (il fondatore dei Beach Boys), Jeffrey Foskett e tra gli italiani Pasquale Panella, Francesco Guccini e Mimmo Cavallo.
Il disco è stato lanciato in radio dal singolo “E’ un peccato morir”, ballata in pieno stile Fornaciari, prodotto insieme a Brendan O‘Brien e missato da quest’ultimo; alle musiche ha lavorato Zucchero che ne ha anche scritto il testo insieme a Pasquale Panella.
Il singolo è in pieno stile Zucchero anche perché l’arrangiamento è identico a quello di un pezzo di Bruce Springsteen del 2007 dal titolo “Girls in their summer clothes”, lanciato dal Boss in formato Itunes. Avrà forse influito in ciò la presenza come produttore dell’album dell’americano O’Brien, che ha lavorato con Bruce Springsteen negli ultimi suoi quattro album.
La canzone somiglia vagamente anche a “One of us” di Joan Osbourne. Sarà anche per lo Yeah ripetuto nel ritornello.Non è certo la prima volta che Zucchero si rende protagonista di plagi. “Striscia la notizia” lo ha insignito qualche anno fa anche del “Tapiro d’oro”, con l’accusa di aver copiato “pari pari” un pezzo di Michele Pecora “Era lei” con la canzone “Blu”.Navigando su internet ho trovato un sito dedicato proprio a tutti i casi di plagio del mondo della musica: Plagimusicali.net Cliccando “Zucchero” nello spazio ricerca (ma lo trovate anche tra i Tag), apparirà una lista di ben 2 pagine con 30 casi.
Divertitevi a cercare anche quelli di altri artisti.