Da alcuni anni la Disney ha abbracciato l’ideologia Woke, aggettivo che tradotto alla lettera starebbe per “sveglio“. Ma che nella società odierna ha preso una accezione più larga, indicando lo “stare all’erta o svegli” nei confronti di presunte ingiustizie sociali o razziali. E non fa sconti neppure al miliardario tirchio per eccellenza Zio Paperone.
Tutto giusto, sia chiaro. Ma fino a che punto occorre spingersi? Da qualche tempo si è sconfinato il limite censorio della libertà di espressione, in nome del minimo cavillo anti-razziale. Producendo un altro fenomeno: quello della Cancel culture. E la lista comincia a diventare imbarazzante.
Certo, probabilmente la fabbrica dei sogni per eccellenza lo fa per ragioni di merchandising. Del resto, le cose dal punto di vista finanziario non stanno andando molto bene (come raccontato qui).
Tuttavia, la nuova gestione sta andando anche contro il credo politico del suo fondatore. Come noto il mitico Walt Disney, conservatore, repubblicano dentro. Definito addirittura il «Principe nero di Hollywood» nell’omonima biografia di Marc Eliot.
Ma vediamo perché l’antipatico, ma tutto sommato anche buffo e simpatico Zio Paperone, sia stato censurato.
Zio Paperone perché censurato
Come riporta Libero, Disney ha censurato 2 storie dell’autore Don Rosa da future ristampe e raccolte. A diffondere la notizia (che la Disney avrebbe voluto tenere sotto traccia, informando l’autore con una striminzita mail) la testata americana Cbr. La quale ha raccolto un tweet diffuso dall’account Twitter di DuckTalks; ovvero dallo stesso Don Rosa.
Le storie in questione sono Il sogno di una vita e il penultimo capitolo della saga Il cuore dell’impero. Storie datate rispettivamente 2020 e 1994. Entrambe non saranno più ripubblicate o non faranno parte di nessuna raccolta d’ora in avanti.
Nella storia appare un “gongoro” , ovvero un morto vivente, rianimato con la magia vudù e proveniente direttamente dalla storia di Carl Bark intitolata Paperino e il feticcio e uscita nel 1949. Tempi, paradossalmente, più liberi e avanti di quelli odierni.
Il gongoro viene descritto in chiave lacera e caricaturale, da villaggio africano, con una rappresentazione inadatta. Lo stesso discorso vale anche lo stregone vudù che al gongoro dà vita, e i membri della sua tribù condividono con lui la medesima immagine stereotipata.
Qualcosa di simile è accaduto anche a Tom e Jerry e Via col vento.
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