ZIMBABWE, UN DRAMMA SNOBBATO DAGLI “ESPORTATORI DI DEMOCRAZIA”

Robert Mugabe è stato confermato Presidente dello Zimbabwe, battendo alle elezioni di domenica scorsa…se stesso. In effetti in questa frase c’è un bel po’ di sarcasmo, visto che l’ho definito Presidente, essendo invece lui un dittatore; ed ho parlato di elezioni, quando in realtà l’unico candidato era lui.
Mugabe è dittatore dello Zimbabwe da 28 anni ormai, quando cioè vinse le elezioni a suffraggio universale nel 1980 (dopo la totale decolonizzazione del Paese dalla Gran Bretagna), e nella fine anni ’80, trasformò la pur minima democrazia in dittatura, mediante l’unificazione dei principali partiti (ciò mi fa pensare a qualcosa politicamente molto vicina al nostro Paese).


Inizialmente Mugabe si presentò con buoni auspici, cominciò un’opera di redistribuzione delle ricchezze (soprattutto delle terre), e intraprese un programma sociale che gli guadagnò l’appoggio internazionale. Tuttavia, col passar degli anni, l’economia si è stagnata, tant’è che nel 2008 il Paese ha raggiunto un PIL pari al -3%; le libertà civili e politiche sono state ormai annullate; la disoccupazione è arrivata all’80%, tutte persone che versano in condizioni di povertà, in buona parte estrema; l’AIDS è in apocalittico aumento. Molte sono le persone che fuggono, se ne hanno l’opportunità.
La comunità internazionale si dice indignata. Ma in concreto non muove un dito. Del resto, lo Zimbabwe ha ottenuto l’indipendenza, al tempo, grazie al sostegno militare dell’URSS in piena Guerra Fredda; quindi figuriamoci se alle grandi potenze importi che questo Paese arrivi alla democrazia, visto che gli vendono le armi per far fare la guerra civile al suo popolo. Inoltre, lo Zimbabwe è ricco di materie prime, quali: oro, nichel, argento, antimonio, platino, cobalto, tungsteno, amianto e cromo; che ovviamente i Paesi ricchi acquistano a cifre irrisorie, non ottenibili in un Paese in cui vige il sistema democratico.
Se a ciò aggiungiamo che in tale Paese mancano gas e petrolio, allora capiamo perché gli “esportatori della democrazia” qui non arrivano. Questo Paese ha tante risorse da sfruttare silenziosamente (oltre all’opportunità di un mercato delle armi da anni sempre attivo), ma non ha abbastanza risorse da meritare un intervento militare e uno sfruttamento legittimato e consentito dall’ONU. Ma come lo Zimbabwe, ci sono tantissimi altri esempi di Paesi martoriati dalla guerra civile e dalla povertà, ma snobbati dagli eroi.

Mi dispiace piccolo. Spero vivrai abbastanza per vedere un Paese che almeno ti illude di avere dei diritti, come quello in cui vivo io…
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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