A 59 anni da poco compiuti (il 7 febbraio), Vasco Rossi è tornato con un nuovo album: Vivere o niente, il sedicesimo di inediti. Il singolo che lo ha lanciato, Eh già, è stato estratto proprio il giorno del suo compleanno, con tanto di video pubblicato in esclusiva su Facebook. All’album seguirà ovviamente un tour.
12 BRANI, DAL SAPORE GIA’ PROVATO – Vivere o niente contiene 11 brani + una bonus track, Maledetta ragione. Ascoltando l’album si ha l’idea – almeno per i fan di vecchia data, ma anche per chi lo segue da un decennio – di ascoltare parole e musiche trite e ritrite. Ci sono pezzi malinconici e riflessivi come Vivere non è facile, Starò meglio di così (che ricorda Tex dei Litfiba), Vivere o niente, L’aquilone (il cui giro di chitarra ricorda Luna per te ed è stato riciclato il famoso ritornello di Vado al massimo) e Stammi vicino. Poi ci sono quelle irriverenti, autentico inno alla rinomata Vita spericolata, o quanto meno, al vivere come meglio pare, fuori dagli schemi e dalle esterne imposizioni: Manifesto futurista della nuova umanità (che invece ricorda il Piero Pelù post Litfiba), Prendi la strada, Dici che, Eh già, Sei pazza di me, Non sei quella che eri e la già citata Maledetta ragione.
LE ACCUSE DI MARCELLO VENEZIANI – C’è stato anche un botta e risposta tra il cantautore di Zocca e il giornalista de Il Giornale, Marcello Veneziani. Quest’ultimo, senza scendere nel merito dei pezzi contenuti nell’album ma limitandosi solo al titolo del nuovo album Vivere o niente e a varie canzoni datate del Blasco, ha sarcasticamente scritto: “vivere al massimo e pensare al minimo, convinto che il mondo sia velocità, droga, vita spericolata e piena di guai, ma vuota di senso”. Il titolo dell’articolo datato 31 marzo è: “Vivere al massimo pur di pensare al minimo”, contrapponendo Vasco a Seneca. Ma Vasco, sulle sue pagine di Facebook, ovviamente non ha tardato nel rispondergli: “Marcello Veneziani io lo conosco. Filosofo della destra è apparso dopo gli anni ottanta quando la destra conquistò il potere con Berlusconi“, scrive il cantante di Eh Già, che, dopo aver elogiata “la figura brillante e intelligente” del giornalista, tiene a precisare che “quando questi filosofi o meglio professori di filosofia, parlano di canzoni, non essendo il loro linguaggio non ne capiscono niente e finiscono per dare significati completamente opposti a frasi espressioni e concetti. Arrivando a prendere veri e propri abbagli.” Vasco poi sottolinea come forse il filosofo sbagli a vedere in lui “un modello negativo, un esempio di vita sbagliato”, ricordando che da venticinque anni vive con la sua compagna dalla quale ha avuto un figlio. Che mantiene tre famiglie visto “che la provvidenza mi ha regalato altri due figli nati da precedenti occasionali rapporti. Che regolarmente ed orgogliosamente ho riconosciuto provvedendo ad ogni loro necessità e amandoli. Sa che pago le tasse e ho mantenuto la mia residenza in Italia quando potevo prenderla a montecarlo o alle Bahamas.“
…QUELLE PRECEDENTI DEL VATICANO – Il duello Vasco-Veneziani è stato in realtà anticipato da un’altra contrapposizione, tra la rockstar di Zocca e il Vaticano. Ben noti sono l’ateismo e il laicismo del primo, il quale in un’intervista al Corsera all’indomani dell’uscita dell’album si era schierato in favore dell’eutanasia e ha ribadito il suo essere ateo. A rispondergli il Mons. Odo Fusi Pecci, vescovo di Senigallia, il quale ha detto che “certe affermazioni sono frutto del relativismo, in parte eretiche e sicuramente strumento di Satana che vuole allontanarci da Dio con ogni mezzo, anche il più insidioso”.
VASCO, CANTORE DI GENERAZIONI DI SCONVOLTI – Solite accuse dunque, scagliate dagli altrettanti soliti ben pensanti che da anni le rivolgono a Vasco, cercando da sempre di etichettarlo come modello sbagliato per i giovani. Ma non mi pare che la cronaca abbia mai fatto registrare casi di giovani che si sono suicidati o abbiano ucciso perché glielo ha suggerito qualche canzone di Vasco. Il Blasco, nei suoi oltre trent’anni di carriera, ha semplicemente rispecchiato il pensiero di più generazioni deluse, bistrattate, sofferenti, rispetto a una società sempre più egoista e materiale. Oltre che ipocrita e (solo) apparentemente bigotta come quella italiana. Giovani che non hanno “più santi né eroi”. Non a caso il suo primo album si intitola “Cosa vuoi che sia una canzone” ed è uscito il 1978; anno dal quale cominciava anche a scemare la verve politica e sociale nel nostro Paese, nonché quella critica e impegnata dei cantautori.
VIVERE O NIENTE…DI NUOVO – Quanto all’album, la percezione di chi ama soprattutto le canzoni del passato e il Blasco come personaggio, è che sa’ di già sentito, fatto di parole e musiche già proposte se non abusate. Certo, l’andazzo degli album a uso commerciale è sempre quello di contenere 3-4 pezzi validi e i restanti utili soprattutto a riempirlo. Ma in Vivere o niente è difficile salvarne pure in questa misura. D’altronde, è difficile chiedere novità a chi ha alle spalle 33 anni di carriera e 15 album di inediti prima di questo. Per le stesse ragioni, è anche vero che forse una cadenza nelle pubblicazioni di 3 anni è inopportuna, i lavori discografici finiscono per forza di cose a somigliarsi tra loro.
Nel caso di Vasco poi, pare che si stia spremendo un limone il cui succo scarseggia già dalla seconda metà degli anni ’90. Ma questa è forse una malattia patita dalla musica in generale.
Ecco il video di Eh già, che come detto, è il singolo che lancia l’album. E forse, è l’unica canzone contenuta degna di nota: