Virginia Raggi e la strage di collaboratori in un anno: il lungo elenco

Non c’è pace per Roma. Capitale e specchio fedelissimo di un Paese nel caos. Dopo essere stata spolpata per decenni dalle amministrazioni di centrosinistra, un’amministrazione di centrodestra, palazzinari, clericali affaristi, intellettualoidi dei salotti radical chic, turisti irrispettosi, cooperative fintamente benevoli, neofascisti dediti agli affari, ora si trova in balia di un’amministrazione sgangherata. Degna dei peggiori “dilettanti allo sbaraglio”. La marcia su Roma dei Grillini doveva essere l’anticamera per l’ingresso a Palazzo Chigi. L’esame di maturità. Ma dopo il primo anno di amministrazione, la rivoluzione a Cinque stelle tanto auspicata non si è vista ancora. Anzi, Il Sindaco Virginia Raggi ha dato vita a un’autentica strage di collaboratori.

Andrea Mazzillo, uomo dei conti appena messo alla porta come i due predecessori al Bilancio (Marcello Minenna e Raffaele De Dominicis), è infatti solo l’ultimo di una lunga serie di defenestramenti. Certo, è anche vero che per risollevare Roma da decenni di malgoverno ci vorranno anni ed è altrettanto vero che pure a Napoli, seppur in maniera ridotta, l’attuale Sindaco di Napoli Luigi de Magistris defenestrò un po’ di persone. Ma ora la città ha riacquisito una nuova luce agli occhi dei turisti. Tuttavia, le rimozioni cominciano ad essere troppe ed imbarazzanti. Ecco la lunga lista.

Il primo ad essere rimosso fu Paolo Berdini

paolo berdini assessore romaCome riporta Il Corriere della sera, Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica in aperta rottura sulla questione Stadio, fu profetico: «È lei la pasdaràn, ormai per me è tutto chiaro. È lei che guida questo incattivimento, la chiusura mentale che li porterà alla rovina. Però lo scopriranno dopo… Certo, c’entra pure Casaleggio. Però è lei che si presta: evidentemente capisce che questa è l’ultima possibilità che ha, altrimenti va a fondo».

Assessori rimossi da Virginia Raggi: in principio fu Carla Romana Ranieri

La prima grana fu lo scorso settembre, quando l’allora capogabinetto, Carla Romana Raineri, fece arrivare le sue dimissioni sul tavolo di Raggi dopo che la sindaca aveva chiesto un parere «fast» all’Anac di Raffaele Cantone sul suo stipendio.

Assessori e non rimossi dalla Raggi: il resto dell’elenco

virginia raggiSeguirono le dimissioni «solidali» di Marcello Minenna e di Alessandro Solidoro, ai tempi ad di Ama, la partecipata dei rifiuti. A Milano si pensava ad un assestamento fisiologico. Invece quella dell’addio con porta sbattuta, anticamera del rimpasto, diventa da lì una pericolosa abitudine. Per non parlare dei depotenziamenti e dei passaggi di delega (Daniele Frongia girò la fascia da vicesindaco a Luca Bergamo dopo il reset al «raggio magico», a metà dicembre) e delle inchieste che hanno tolto alla sindaca i due più stretti collaboratori (l’ex capo del Personale Raffaele Marra e l’ex capo segreteria Salvatore Romeo). E poi addii e siluramenti vari: tra i dirigenti comunali come il Ragioniere generale Stefano Fermante e nel sottobosco delle partecipate (il caso di Bruno Rota, ex dg di Atac, è quello più eclatante). Più i sei rimpasti in giunta.

Un esercito di epurati insomma. Solo di assessori fuoriusciti se ne contano ad oggi cinque, praticamente mezza giunta originale è saltata: Mazzillo, Minenna, De Dominicis al Bilancio, Paola Muraro che si è dimessa all’assessorato all’Ambiente il 13 dicembre 2016 dopo la notizia dell’arrivo di un avviso di garanzia a suo carico, e Paolo Berdini, titolare dell’Urbanistica fino a metà febbraio, uno dei pochi, insieme a Mazzillo, che riusciva a collegare la sindaca con la base grillina.

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