VINCE IL POPOLO DELLE LIBERTA’

Ce lo aspettavamo un pò tutti, ed è quasi ridicolo chi si sorprende di tale risultato: il Popolo delle libertà (con il Movimento per le Autonomie) ha vinto le elezioni. Il disegno di Berlusconi si è compiuto, varando durante gli anni di Governo una legge elettorale che prima facesse cadere il futuro Governo di centro-sinistra sicuro vincente riducendone il vantaggio al Senato, e poi garantendosi la vittoria successivamente, contando sui tanti voti che la Lega prende al Nord.
E lo ha fatto in modo netto, superando il Partito Democratico-Italia dei valori di 9 punti al Senato e 8 alla Camera; potendo così forse addirittura contare a scrutinio finito su 30 seggi in più al Senato (167 contro 137), mentre alla Camera addirittura 100 in più (340 contro 241).
A mio avviso hanno pesato due fattori: la recentissima disfatta del Governo Prodi durato per la seconda volta (come nel ’96) meno di 2 anni e quindi molti indecisi non si sono sentiti di dargli la loro fiducia, e l’ascesa prepotente della Lega, che al Nord ha toccato anche il 22% (al Veneto).
Venendo alle singole formazioni, il Popolo delle libertà si attesta intorno al 47% al Senato e al 46% alla Camera; un risultato che è andato oltre le più ottimistiche previsioni, visto che dai sondaggi veniva dato al 41%. Come già detto, sicuramente un ruolo decisivo è senza dubbio quello della Lega, che al Nord incarna le esigenze viscerali del popolo, ottenendo le simpatie sia di imprenditori che di operai. Tant’è che al Veneto ha addirittura raddoppiato i suoi voti rispetto al 2006, passando dall’11% al 22%. Buono anche l’apporto del Movimento per le autonomie di Lombardo che ha sostituito nella coalizione in parte il ruolo dell’UDC in Sicilia. L’asse della coalizione è così spostato al Nord, anche se i tantissimi voti che il PdL ha preso in regioni come la Campania (48,6% contro il 29,3% del PD), non possono far passare in secondo piano il Mezzogiorno, e soprattutto le promesse fatta dal Cavaliere e tra l’altro molto ascoltate dai miei corregionali, di risolvere il problema dei rifiuti come prima priorità del Governo.
Il Partito Democratico è andato abbastanza bene (circa il 34% al Senato e il 33% alla Camera), anche se si sperava di arrivare al 35%. Sicuramente il progetto ha fatto segnare un miglioramento rispetto ai dati fatti registrare dall’Ulivo nel 2006 (31%). Forse ciò che non ha fatto registrare un particolare successo, è stato il fatto che il PD non ha catturato i voti dei moderati, e lo ha fatto minimamente tra quelli di sinistra, così come il voto di chi è stato affascinato da questo nuovo progetto, è stato annullato da chi invece ha preferito non seguirlo.
Ottimo invece il risultato dell’Italia dei valori di Di Pietro, che ha quasi raddoppiato i suoi voti, superando il 4% (nel 2006 aveva il 2,4%). Un buon successo, considerando il poco spazio concessogli dalle TV e i continui attacchi diffamatori del Cavaliere. Hanno pagato sicuramente la serietà mostrata durante il periodo passato come Ministro del Governo Prodi e probabilmente ha preso anche qualche voto di chi, voleva votare contro Berlusconi ma allo stesso tempo non voleva votare PD.
Si è mantenuta più o meno stabile la situazione dell’UDC, che come due anni fa si attesta tra il 5 e il 6%, forse perchè si è egualizzato il voto degli elettori che hanno scelto il PdL e di chi invece ha deciso di votare UDC, perchè magari non aveva i suoi soliti riferimenti moderati (come l’UDEUR).
Inquietante la situazione delle sinistre: catastrofico il risultato della Sinistra Arcobaleno, che supera in entrambe le Camere a mala pena poco più del 3%, tant’è che Bertinotti si è dimesso da leader. Addirittura tale formazione politica ha preso un quarto dei voti che i suoi componenti hanno preso divisi nel 2006 (Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Verdi presero divisi circa l’11%). Credo che il grosso dei voti sia stato succhiato dalla Lega al Nord (come detto suscita simpatie anche negli operai), e una piccola parte dal PD e dall’Italia dei valori (proprio per controbbattere Berlusconi). Sicuramente le cause vanno ricercate in una scarsa capacità di rappresentare i problemi sociali del Paese, e nel fatto che un progetto nuovo andava rappresentato da un leader nuovo, non Bertinotti, personaggio ormai logorato. Il Parlamento si trova senza comunisti, cosa che non succedeva dal 1946, e per la sinistra si apre così una nuova fase, o almeno credo e spero per loro.
Drammatico invece il risultato dei socialisti, che a mala pena arrivano all’1%, venendo così polverizzati. Forse l’Italia è l’unico Paese in Europa a non avere una rappresentanza socialista in Parlamento. Cosa grave se si considera che in Italia, diritti che altrove sono dati per scontati, come il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, sono considerati provvedimenti tabù in Parlamento. Sono molto amareggiato per la situazione dei socialisti, perchè anche se voto Italia dei valori, ritengo di avere dei valori e dei principi che si rifanno al socialismo europeo (laicità e riformismo). Boselli si è dimesso da leader e quasi sicuramente attribuirà tale risultato allo scarso spazio avuto in TV. Mentre credo che il mea culpa sia sul fatto che il partito non si è modernizzato, presentando ancora personaggi come De Michielis.
Buono infine, il risultato de “La Destra”, che si attesta a poco più del 2% ad entrambe le Camere. Un risultato lusinghiero essendo questo un partito nuovo, che incarna le idee di chi non era d’accordo con lo scioglimento di AN e il confluimento nel PdL.
Comunque, si è realizzato il sistema bipolare (non ancora bipartitico) a tutti gli effetti, perchè abbiamo in pratica solo 3 gruppi parlamentari, senza partiti estremi. Ma questo forse è anche un pò un rammarico, perchè ci troviamo quasi un 80% dei seggi coperti da partiti centristi (con l’eccezione della Lega) e questo comporterà un appiattimento ed un eccessivo moderatismo della nostra politica.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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