Dopo anni di rispetto, comportato dal fatto che chi ci ha rappresentato ha fatto tutto quanto chiedesse, il Parlamento europeo torna ad attaccare il Governo italiano. Peggio ancora, ad offenderlo. Era dai tempi dei governi Berlusconi nel corso degli anni 2000, che non succedeva. La settimana scorsa, invece, è riaccaduto: il capogruddo dell’Alde – che raccoglie tutti i partiti liberali europei che vi fanno adesione – Guy Verhofstadt, ha chiamato il nostro Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, un burattino nelle mani di Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Verhofstadt ha parlato in un italiano fluente, una delle tante lingue che conosce. Aggiungendo che con il Governo in carica, l’Italia sia diventata fanalino di coda.
Conte ha poi risposto che non si sente affatto un burattino, ma anzi, un rappresentante del popolo italiano. Rappresentante di un Governo che non è collegato a nessuna lobby.
Paradossalmente, proprio Guy Verhofstadt è collegato a qualche lobby. E, ironia della sorte, fu proprio lui lo scorso anno a tentare di far approdare il Movimento cinque stelle nel gruppo europarlamentare che rappresenta. Possibilità poi bocciata da un voto online dei Pentastellati. Inoltre, furono i membri dello stesso gruppo Alde ad opporsi. Ritenendo il M5S un partito anti-europeo. Mentre l’Alde è, insieme al Ppe, il partito che ha creato l’Ue come è oggi.
Ma vediamo chi è Guy Verhofstadt e perché è egli stesso un burattino.
Guy Verhofstadt chi è
Chi è Guy Verhofstadt? Come riporta Wikipedia, Guy Maurice Marie Louise Verhofstadt è nato l’11 aprile 1953. Un politico belga che è stato il leader dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa e un membro del Parlamento Europeo (MEP) dal Belgio dal 2009. È stato 47 ° Primo Ministro del Belgio dal 1999 al 2008, Vice Primo Ministro del Belgio dal 1985 al 1992 e Ministro del Bilancio dal 1985 al 1992. Era un Membro della Camera dei Rappresentanti dal 1985 al 2009.
Dal 2009 è stato membro del Parlamento europeo, dove è il leader del gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE) e ha fondato il federalista interparlamentare Gruppo Spinelli. È stato candidato all’Associazione dei Liberali e dei Democratici per l’Europa per il Presidente della Commissione europea alle elezioni del Parlamento europeo del 2014 ed è il rappresentante del Parlamento europeo nei negoziati sulla Brexit. Egli difende un’Europa federale.
Guy Verhofstadt carriera
Nato nel 1953 a Dendermonde, divenne presidente del Liberal Flemish Student’s union (1972-1974) mentre studiava giurisprudenza all’Università di Ghent. Diventò rapidamente il segretario di Willy De Clercq, che a quel tempo era il presidente del partito liberale fiammingo (PVV). Nel 1982, a 29 anni, divenne presidente del partito.
Nel 1985 fu eletto alla Camera dei Deputati e divenne vice primo ministro e ministro del bilancio sotto il primo ministro Wilfried Martens. A causa delle sue opinioni economiche e della sua giovane età, divenne noto come “Baby Thatcher”.
Dopo essere stato estromesso dal governo divenne leader dell’opposizione. Dopo un tentativo fallito di formare un governo nel novembre 1991, ha cambiato il PVV in Liberal and Democrats (VLD) fiammingo. Questo nuovo partito attirò molti politici da altri partiti, in particolare dalla Volksunie (VU) e dal Christian People’s Party (CVP). [4] Tuttavia, nonostante il fatto che molti avessero grandi aspettative, il partito non riuscì a superare il CVP. Verhofstadt si è dimesso e scomparso dalla scena politica, per poi tornare alla presidenza del partito nel 1997 con un’immagine meno radicale.
Si allontanò gradualmente dal neoliberismo (in parte sotto l’influenza di suo fratello Dirk, un filosofo politico liberale sociale), e divenne più una figura centrista, un cambiamento che divenne particolarmente chiaro durante il suo primo mandato come Primo Ministro. Carica che ricoprì dal 1999 al 2008.
Nelle elezioni del Parlamento europeo del 2009, Verhofstadt è stato eletto membro del Parlamento europeo per il periodo 2009-2014. Da allora è stato membro della commissione per gli affari costituzionali. Il 1 ° luglio 2009 Verhofstadt è stato eletto presidente del gruppo Alliance of Liberals and Democrats for Europe al Parlamento europeo. In questa veste, fa anche parte della Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo.Verhofstadt è stato presentato come possibile candidato per sostituire José Manuel Barroso come presidente della Commissione europea da una coalizione di verdi, socialisti e liberali.
Il 15 settembre 2010 ha sostenuto il nuovo gruppo Spinelli, fondato per rinvigorire la spinta alla federalizzazione dell’Unione europea. Nel settembre 2016 Verhofstadt è stato nominato rappresentante del Parlamento europeo su questioni relative alla Brexit. Nelle sue dichiarazioni pubbliche, Verhofstadt si è concentrato sui diritti dei cittadini dell’UE all’interno del Regno Unito e dei cittadini britannici nell’UE.
Nel novembre 2016 Verhofstadt ha avvertito il Parlamento europeo di un “anello di autocrati” in arrivo, citando la crescente assertività di Russia e Turchia, e contemplando la possibilità (a quel tempo largamente impensabile) di una presidenza Trump.
Guy Verhofstadt burattino delle lobby
Come dicevamo, è lo stesso Guy Verhofstadt ad essere un burattino. Delle lobby. Come riporta La notizia, che a sua volta cita il Blog del M5S come fonte, il politico belga ha dichiarato di far parte di sette fra Comitati e consigli di amministrazione, incarichi che gli portano in tasca un reddito complessivo non inferiore a 12.003 euro al mese. Inclusi i compensi che provengono da due grandi società belghe, Exmar e Sofina.
la Exmar è un gruppo armatoriale belga che opera nel trasporto internazionale di gas e petrolio e, in particolare, è specializzato nel trasporto di gas liquefatto. Il ruolo di Verfhofstadt è di direttore indipendente, una carica remunerata con un assegno inferiore ai 5 mila euro al mese. Sebbene Exmar non abbia ufficialmente dei lobbisti accreditati al Parlamento europeo, i suoi interessi economici sono certamente influenzati dalle leggi e dai regolamenti europei, in particolare nei settori del commercio e dell’accesso ai mercati. Lo dimostra il discorso che lo stesso Verfhofstadt ha tenuto a una cena di gala del settore del trasporto marittimo che si è tenuta a Bruxelles nel marzo del 2015.
E’ stato riportato che, durante questa cena Verhofstadt abbia esortato il settore del trasporto marittimo ad appoggiare il controverso Trattato di libero scambio fra Europa e Stati Uniti (il TTIP), dichiarando che l’accesso alle coste americane “sarebbe una enorme opportunità” per l’industria del settore e farebbe aumentare le compravendite, attualmente bloccate a causa della legge statunitense Jones. Verfhofstadt ha esortato gli armatori europei a “far sentire la loro voce a livello europeo verso tutte le Istituzioni coinvolte nella fase dei negoziati, in modo che il negoziato abbia successo. Questo caso mette in luce i problemi che possono essere sollevati quando i deputati hanno posizioni nella catena di comando di società con interessi commerciali nei temi che i deputati stessi sono in grado di influenzare: può nascere la percezione pubblica di un possibile conflitto d’interessi.
Stesso discorso vale per quanto riguarda l’altra carica che Verhofstadt detiene, quella di direttore di Sofina (società finanziaria per i Trasporti e le Imprese industriali), una multi miliardaria holding belga. Il compenso di Verhofstadt per questo incarico supera i 10 mila euro al mese. Sono clienti di Sofina il gigante energetico francese GDF-Suez, la multinazionale del cibo Danone e la catena di grande distribuzione belga Colruyt. Sofina ha, inoltre, una partecipazione nella società controllata da GDF-Suez, la Suez Environnement; l’anno scorso questa azienda aveva partecipato con una sua offerta alla gara sulla privatizzazione dell’acqua pubblica in Grecia”.
Ecco chi è che ha insultato Conte. Il bue che chiama cornuto l’asino.