Venere si fa il lifting…con la lava

Venere si fa il lifting…con la lava

Venere può essere considerata come il “gemello diverso” della Terra in quanto, pur avendo dimensioni e massa simili (e si pensa anche oceani, in passato), presenta una temperatura superficiale superiore ai 400 gradi, principalmente a causa di un devastante effetto serra.

Ciò è dovuto al fatto che la luce solare riesce a penetrare senza problemi la sua atmosfera, costituita principalmente da anidride carbonica, ma il calore rilasciato dalla superficie viene poi in gran parte “catturato” dall’anidride carbonica stessa, che gli impedisce di fuoriuscire dal pianeta. Venere rappresenta, quindi, un minaccioso monito riguardo quello che potrebbe succedere alla Terra, se le emissioni di gas serra non verranno drasticamente ridotte.

Ma cosa ha portato a questa massiccia presenza di anidride carbonica nell’atmosfera del pianeta, visto che l’uomo chiaramente non c’entra? La risposta giace principalmente nell’attività vulcanica presente in passato (e, probabilmente, ancora oggi) su Venere, che fa affiorare in superficie il gas.

Gli effetti dell’anidride carbonica su Venere

Contrariamente però a quanto si potrebbe pensare, tale attività non è superiore a quella terrestre: il problema è che su Venere non esiste tettonica a zolle, quindi tutta l’anidride carbonica, naturalmente presente in polvere e rocce, non viene “sepolta” dallo spostamento periodico delle zolle. Ad aggravare ulteriormente la situazione, la mancanza di acqua allo stato liquido fa sì che praticamente tutta l’anidride carbonica che affiora in superficie vada a finire nell’atmosfera, senza poter essere assorbita, almeno in parte, dagli oceani.

L’importanza e la difficoltà di studiare Venere

Tutto da buttare per Venere, quindi? Beh, almeno un vantaggio sulla Terra questo pianeta devastato sembra averlo. Difatti, la sua litosfera, cioè il “guscio” esterno del pianeta, parrebbe rigenerarsi periodicamente, stando ad uno studio apparso di recente su Nature Geoscience.

Studiare la geologia venusiana non è affatto semplice, visto che la sua atmosfera ostruisce la visione e le sonde inviate sulla superficie (famosa in particolare la sovietica Venera 7, la prima ad atterrare nel 1970) non sopravvivono a lungo alle elevate temperature.

Ciò nonostante, la missione Magellano della NASA riuscì a mappare la superficie del pianeta nel 1995, utilizzando un radar. Tali dati sono stati ora sfruttati da Suzanne Smrekar del Jet Propulsion Laboratory della NASA e dal suo gruppo di lavoro per realizzare la ricerca di cui sopra.

Venere e il meccanismo di rigenerazione simile al lifting

Ma come funziona, quindi, il meccanismo di rigenerazione? Stando a quanto scoperto dagli scienziati, esistono determinate zone della litosfera di Venere più sottili e flessibili delle altre (circa 11 chilometri di spessore). Tali zone corrispondono, in particolare, a quelle dove le cosiddette “creste”, derivanti da precedenti eruzioni vulcaniche, sono più ravvicinate.

In questi punti, pur in mancanza di zolle, il calore interno del pianeta riesce comunque a fuoriuscire in maniera abbondante, andando a rimodellare di volta in volta la superficie.

E quegli antiestetici crateri da impatto di asteroidi? Nessun problema: ci pensa la lava stessa a cancellarli, contribuendo a rendere la “pelle” di Venere più giovane e liscia.

Interessati a future scoperte venusiane? Bisognerà avere ancora un po’ di pazienza, ma tra la fine degli anni ‘20 e l’inizio dei ‘30 sono in programma ben tre missioni esplorative! (qui per un approfondimento)

Fonti:
https://www.focus.it/scienza/spazio/la-superficie-di-venere-si-rigenera-cancellando-i-crateri
https://www.space.com/venus-runaway-greenhouse-effect-earth-next.html
https://en.wikipedia.org/wiki/Venus

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Pubblicato da Girolamo Castaldo

I miei interessi principali sono scacchi, sci, anime, manga, videogiochi, musica e (astro)fisica. Storie Semplici: http://storiesemplici.substack.com

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