La sua vita è stata proprio come il titolo della sua più celebre canzone: un passo silenzioso della neve. Un passo svanito troppo presto, sottraendoci così un talento della musica italiana. Parlo di Valentina Giovagnini, cantautrice e musicista toscana morta a soli 28 anni.
Ripercorriamo di seguito la sua breve esistenza, caratterizzata, nonostante ciò, da una carriera professionale promettente.
La storia di Valentina Giovagnini
Come riporta Wikipedia, Valentina Giovagnini nacque ad Arezzo il 6 aprile 1980, proprio il giorno di Pasqua. I suoi genitori sono Giovanni, medico pediatra, e Maura Pagliucoli, commerciante. Aveva anche una sorella, Benedetta, anche lei cantautrice e musicista, e un fratello, Giacomo. E’ cresciuta a Pozzo della Chiana, una frazione del comune di Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo.
Mostra subito le sue doti artistiche imparando fin da bambina prima a danzare, poi a cantare e a suonare sia il pianoforte che il flauto. Affina le sue doti prima al liceo musicale ad Arezzo e poi alla facoltà di lettere con indirizzo musica e spettacolo. Qui si appassiona particolarmente alla cultura medioevale e alla musica celtica, mediante lo studio del tin whistle, il genere musicale, per intenderci, di artiste come l’irlandese Enya e la canadese Loreena McKennitt.
Altri generi musicali ai quali si appassionerà saranno la musica latina, il folk, la musica tradizionale, il pop sperimentale in stile Björk. Quest’ultima, peraltro, è la sua cantante preferita, insieme ad Angelo Branduardi ed Elisa.
Gli esordi di Valentina Giovagnini
Il 1997 è l’anno della svolta: incontra Davide Pinelli, produttore che 4 anni dopo la lancerà nel mondo del mercato discografico. Importante però sarà anche Vincenzo Incenzo, già autore di Renato Zero e Lucio Dalla. Il quale dirà di lei:
La sensazione al primo incontro è stata sin da subito quella di trovarmi davanti ad un’entità quasi di un altro mondo, dotata di una tenerezza unica. Con il suo produttore Davide Pinelli abbiamo affrontato quel Sanremo con un po’ di paura, il suo modo di fare così in punta di piedi ci preoccupava, soprattutto in un contesto del genere. Poi ha cantato e ha mostrato tutta la grinta e il suo un talento incredibile, nonostante molte case discografiche e diversi addetti ai lavori avessero reputato Il passo silenzioso della neve una canzone non consona al Festival.
E così, nel 2001 ,incide il suo primo CD singolo: Dovevo dire di no, che gli consente di superare la selezione per la categoria Giovani del Festival di Sanremo 2002. Prende anche parte alla trasmissione Sanremo Giovani, interpretando La prima cosa bella, famoso brano dei Ricchi e poveri, accompagnata tra l’altro dalla succitata sorella Benedetta come flautista e corista.
Il successo di Valentina Giovagnini al Festival di Sanremo del 2002
Nel 2002 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Il passo silenzioso della neve, frutto della collaborazione con Vincenzo Incenzo e Davide Pinelli. Si posizionò seconda per soli 21 punti nella categoria Giovani dietro ad Anna Tatangelo. In realtà non sono mancate critiche e polemiche riguardo il regolamento al televoto che l’avrebbe penalizzata.
Comunque, il brano vincerà il Premio per il Miglior arrangiamento, oltre ad un enorme consenso di pubblico e critica. Il brano raggiungerà il quattordicesimo posto nella classifica dei singoli passati per radio.
Poco dopo, il 15 marzo, viene pubblicato il suo primo album, Creatura nuda, con brani sempre composti dal binomio Pinelli-Incenzo, sebbene un paio di brani presentino anche la scrittura della stessa Giovagnini. Ad impreziosire il disco anche la presenza del madrigale di Cipriano de Rore e la versione allemanda di Senza origine.
L’album raggiunge il ventottesimo posto nella classifica dei dischi e la cantautrice viene premiata a Sanremo Top come l’artista più venduta della categoria Giovani. L’estate seguente partecipa al Festivalbar con il secondo singolo Senza origine e, per la prima volta, al Girofestival, con entrambi i brani che stavano trainando la sua carriera: Il passo silenzioso della neve e Senza origine.
In autunno arrivano altri riconoscimenti: riceverà nomination agli Italian Music Awards e al Premio Titano – Festival di San Marino, rispettivamente nelle categorie Miglior artista emergente e Miglior artista femminile dell’anno. Inoltre, il brano Creatura nuda, terzo singolo estratto dall’omonimo album, viene impiegato in una puntata ambientata in Italia della popolarissima e storica soap opera americana Beautiful, trasmessa ancora oggi da Canale 5.
Il mancato secondo album e le esclusioni a Sanremo
Nel maggio 2003 esce il singolo Non piango più, caratterizzato da un intro di archi a tempo di tango argentino, sonorità elettroniche e ritmiche stile anni ottanta. Il singolo avrebbe dovuto anticipare l’uscito del suo secondo album, L’amore non ha fine, sul quale Valentina Giovagnini stava lavorando da fine 2002. Ma l’uscita sarà rinviata per un calo di investimenti generale nel mercato discografico italiano, il quale era solo agli inizi e non farà che peggiorare negli anni successivi, complice soprattutto la diffusione della pirateria anche nel nostro Paese.
Comunque, con questo singolo partecipa per la seconda volta come ospite al Girofestival. Nell’estate del 2004 vi partecipa ancora una volta, dove presenta Mi fai vivere e Dovevo dire di no, brani estrapolati dal primo album Creatura nuda.
Nel 2003 incasserà anche la delusione di essere esclusa al Festival di Sanremo nella categoria Campioni, dove avrebbe dovuto partecipare con il brano L’amore non ha fine. Brano che avrebbe previsto la partecipazione del tenore Aldo Caputo. Sarà esclusa anche dall’edizione della kermesse ligure del 2004 (con L’attesa infinita, categoria unica), 2005 (con Inimmaginabile, nelle Nuove Proposte) e 2008 (con Sonnambula, di nuovo nei Giovani).
Le esclusioni furono volute nel 2003 e nel 2008 dall’allora direttore artistico Pippo Baudo, che pure l’aveva apprezzata nel 2002, mentre nel 2004 e nel 2005 ad escluderla furono Tony Renis e Gianmarco Mazzi.
Per rientrare nel circuito discografico che conta, nel 2005 Incenzo e Pinelli la convinsero a partecipare al reality show Music Farm, dove prendevano parte i cantanti che, un po’ come capita al Grande Fratello Vip, erano finiti fuori dal giro che contava. Al fine appunto di rilanciarsi. Tuttavia, anche qui arriva una delusione: venne scartata al provino poiché la sua musica era troppo “di nicchia“.
L’esclusione, a posteriori, può essere comunque letta come un fatto positivo. Sia perché la sua musica era fin troppo sofisticata per quel circo mediatico, sia perché, come ammetterà poi lo stesso Vincenzo Incenzo:
Dopo aver superato una serie di reticenze di Valentina, l’abbiamo convinta a tentare di partecipare a Music Farm, ma dopo il provino ci è stato detto che non era abbastanza litigiosa, inadatta per un programma televisivo, troppo seria e professionale, quindi non era materia da corrida mediatica
Malgrado le varie porte chiuse, Valentina Giovagnini continua a esibirsi davanti a quel pubblico che ancora ama la sua musica così particolare e raffinata. Infatti, dal 2002 al 2008, ha tenuto ben 8 tour. Inoltre, non ha mai fermato la propria creatività, ideando nuovi brani.
Il 15 novembre 2008 torna in Tv, ospite alla trasmissione Sabato & Domenica Village su Rai 1, dove dichiara di essere al lavoro per la pubblicazione di un nuovo album. Che poi sarebbe il secondo ufficiale, dato che L’amore non ha fine vide la luce solo postumo. Inoltre, era terminata la collaborazione con Incenzo e Pinelli data la sopraggiunta scadenza del contratto con la Virgin. Contratto non rinnovato dal colosso discografico inglese.
Come è morta Valentina Giovagnini
Purtroppo però, il destino si accanirà ulteriormente su di lei. Il 2 gennaio 2009 è vittima di un terribile incidente stradale, avvenuto alle 15:30 proprio nelle sue zone d’origine, tra Pozzo della Chiana e Foiano della Chiana.
La cantante viene ricoverata al policlinico Le Scotte di Siena in gravissime condizioni, per poi morire nella tarda serata nonostante un disperato intervento chirurgico alla testa.
I funerali si tennero il 4 gennaio 2009 presso la chiesa parrocchiale di Pozzo della Chiana. È sepolta nel cimitero locale di Pozzo e sulla lapide sono incisi alcuni versi della canzone Libera.
Per preservarne la memoria, la famiglia ha costituito poco dopo l’associazione senza scopo di lucro Valentina Giovagnini Onlus, che ha anche l’obiettivo di fare beneficenza ed essere impegnata nel sociale.
Come poi sovente accade, dopo la sua morte arriveranno alcuni meritati riconoscimenti: il 15 maggio 2009, a 4 mesi dall’improvvisa scomparsa, esce postumo il secondo e ultimo album di Valentina, intitolato emblematicamente L’amore non ha fine e distribuito dall’etichetta discografica Edel. I ricavati sono stati devoluti alla suddetta associazione che porta il suo nome.
Inoltre, i brani Il passo silenzioso della neve e Voglio quello che sento (inciso nel 2003 e incluso nell’album L’amore non ha fine) fanno parte della colonna sonora del film Dalla vita in poi, diretto dal regista Gianfrancesco Lazotti, uscito nel 2010.
Ed ancora, il 6 aprile 2012 è uscito il libro biografico Valentina Giovagnini. Tra vita e sogno, scritto dall’autore dei testi delle sue canzoni Vincenzo Incenzo, con tante testimonianze e testi inediti.
La sorella Benedetta ha partecipato sia al Festival di Sanremo di quell’anno, sia al Talent show The Voice Italy, nel team di Piero Pelù. In entrambe le occasioni, ha omaggiato la sorella Valentina.
Infine, è stato istituito nella sua Pozzo della Chiana il premio “Valentina Giovagnini”, dedicato ai giovani emergenti, che nella serata finale ha visto esibirsi tanti cantanti famosi.
Lascio di seguito il video del suo brano più noto.