Il Vaiolo delle scimmie era stato messo un po’ da parte, non avendo avuto la stessa presa mediatica e psicologica sulla gente rispetto al Covid-19. Sarà che è arrivato a maggio, in un mese visto dall’immaginario collettivo come il definitivo risveglio della natura dai torpori invernali. E dunque, si è meno predisposti ad ansie e preoccupazioni rispetto a febbraio, mese nel quale è esploso il nuovo coronavirus, quando le giornate sono fredde e buie. E dunque ci predispongono al malumore.
Ma a parte le questioni psico-meteorologiche, il Vaiolo delle scimmie non ha mietuto le stesse vittime del Covid-19, quindi è nato sfigato rispetto a certe speranze politico-sanitarie. Tuttavia, a rinverdirne l’importanza ci ha pensato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che in questi giorni ha chiesto lo stato di emergenza globale. Ma perché?
Vaiolo delle scimmie, Oms dichiara stato di emergenza: ma i numeri dicono altro
Come riporta Qui Finanza, gli esperti della massima organizzazione di salute pubblica sono riuniti da giovedì per trovare una linea comune con la quale inquadrare l’attuale diffusione del virus. Non hanno però trovato una soluzione definitiva. Fanno ricordare un po’ la canzone “Dotti, medici e sapienti” di Edoardo Bennato.
A parlare di “emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale” è stato lo stesso direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus, lo stesso sul quale sono emersi dei rapporti poco chiari con la Cina in piena tempesta Covid-19.
L’Oms parla di emergenza giacché, il Centro americano per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) ha registrato in 74 Paesi 16.836 casi, dei quali cinque mortali. Cinque morti su quasi 17mila cas in tutto il Mondo in 3 mesi. Magari persone con patologie pregresse…
Ma a destare maggiore preoccupazione negli esperti è il rischio di trasmissione in Europa, dove si sono verificati l’80% dei contagi, considerato alto rispetto al grado relativamente moderato nel resto del mondo.
“È un invito all’azione, ma non è il primo”, ha affermato Mike Ryan, responsabile delle emergenze dell’Oms. Del resto, il vaccino c’è già e i governi si stanno affrettando a comprarlo.
Il vaiolo delle scimmie – nome originale Monkeypox – è noto dal 1970 e nei paesi africani si trasmette soprattutto a causa del contatto diretto con gli animali, in particolare con i piccoli roditori ancora più delle scimmie. Tuttavia, la versione che sta circolando da maggio al di fuori del Continente nero tramite le decine di diverse mutazioni mostrate dall’analisi del genoma, sarebbe capace invece di trasmettersi in modo efficiente anche tra gli esseri umani.
Siamo dinanzi ad una nuova rielaborazione in laboratorio? Del resto, lo scorso anno è stato stilato una simulazione che sembra aver previsto tutto in modo fin troppo preciso (ne ho parlato qui).
Vaiolo delle scimmie: come stiamo messi in Italia?
In Italia ad oggi sono stati registrati 407 casi con tendenza alla stabilizzazione.
Il Ministero della salute con apposita ordinanza ha già predisposto, insieme alle Regioni e Province Autonome, le modalità di segnalazione dei singoli casi. Ma il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza ha affermato che “La situazione è sotto costante monitoraggio ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi”.