Vaccino Covid-19 ai bambini ricorda Hitler che arruolava minorenni nella II Guerra mondiale

Introduzione

Il vaccino contro il Covid-19 per i bambini tra i 5 e gli 11 anni sta per diventare realtà anche in Italia, dopo gli Usa. Il tutto, per raggiungere il tanto agognato 90% dei vaccinati, che a loro dire dovrebbe essere sinonimo di maggiore sicurezza e immunizzazione. Minacciando, in caso di mancato approdo a quella cifra, di misure come quelle adottate in Austria da lunedì scorso.

Si pesca tra i bambini quindi, con tutti i rischi del caso. Un po’ come fece Hitler durante la Seconda guerra mondiale, quando, nel 1943, decise di inserire la Gioventù Hitleriana nella quale rientravano bambini dai 10 anni in su, nella Riserva militare tedesca. Dato che non aveva più adulti da mandare sul campo di battaglia.

Non solo, l’anno seguente circa 20.000 tra loro presero parte alla battaglia di Normandia, integrati presso la 12. SS-Panzer-Division “Hitlerjugend”. E chissà quanti fecero ritorno a casa. Probabilmente molto pochi.

Ma torniamo al vaccino mRna contro il Covid-19 ai bambini e quali rischi potrebbe comportare.

Vaccino mRna su bambini rischi

Come tutto quanto riguarda i vaccini mRna, si sa poco o niente anche riguardo gli effetti che avranno sui bambini. IlSole24Ore ha riportato i test effettuati da Pfizer e Biontech da presentare alle autorità competenti per ottenere il nulla osta per la somministrazione ai bambini tra i 5 e gli 11 anni.

Si tratta dello studio di fase 2/3, che arruola bambini di età compresa tra 6 mesi e 11 anni. Il campione ha riguardato i 2.268 partecipanti di età compresa tra 5 e 11 anni che hanno ricevuto una dose di 10 microgrammi in un regime a due dosi. La media geometrica dei titoli di anticorpi neutralizzanti (Gmt) era 1.197,6, e questo dato – secondo le aziende produttrici – dimostra una «forte risposta immunitaria in questa coorte di bambini un mese dopo la seconda dose».

Ciò si confronta bene, nel senso che è un dato non inferiore, con la media dei titoli anticorpali (1.146,5) delle persone tra i 16 e i 25 anni, utilizzate come gruppo di controllo per questa analisi e a cui è stato somministrato un regime a due dosi di 30 microgrammi.

Inoltre secondo quanto comunicato dalle due compagnie il vaccino è stato ben tollerato, con effetti collaterali paragonabili a quelli osservati nei partecipanti di età compresa tra 16 e 25 anni. I più comunemente riportati sono dolore e gonfiore nel sito dell’iniezione, mal di testa, brividi e febbre.

Siamo lieti di poter presentare alle autorità di regolamentazione i dati per questo gruppo di bambini in età scolare prima dell’inizio della stagione invernale

ha affermato con fierezza il ceo e co-fondatore di BioNTech Ugur Sahin. Il quale ha poi proseguito

Il profilo di sicurezza e i dati sull’immunogenicità nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni vaccinati a una dose inferiore, pari a un terzo di quella usata per adolescenti e adulti, di età dai 12 anni in su, sono coerenti con quelli che abbiamo osservato con il nostro vaccino in altre popolazioni più anziane a una dose più elevata

Lo studio di fase 1/2/3 ha inizialmente arruolato fino a 4.500 bambini di età compresa tra 6 mesi e 11 anni negli Stati Uniti, Finlandia, Polonia e Spagna, da oltre 90 centri.

Israele ha già dato un’autorizzazione speciale per vaccinare i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni che sono «a rischio significativo di malattia grave o morte» da Covid, utilizzando il vaccino Pfizer/BioNTech al dosaggio più basso.

Alberto Villani, direttore dell’Unità operativa complessa di Pediatria generale e malattie infettive del Bambino Gesù ha invece detto

Sono in uno stato avanzato promettente anche i trial per i bambini più piccoli, 6 mesi-2 anni e 2-5 anni. In pochi mesi dovremmo disporre di un vaccino per tutta l’età evolutiva, un traguardo per raggiungere la sicurezza ed è un riconoscimento del giusto diritto dei bambini a poter essere vaccinati

Vaccino per Covid-19 su bambini nasconde ben altro

Come fa notare La verità, n Italia i minori in quella fascia d’età sono oltre 3 milioni. Dunque, anche ammettendo di non riuscire a inocularli tutti, gli scienziati del ministero della Salute ritengono che con la metà si potrebbe raggiungere l’agognata quota 90. Controbilanciando così la diserzione di quei milioni di renitenti al vaccino che neppure l’obbligo di esibire il certificato verde per lavorare ha saputo convincere.

Non è chiaro se anche a loro, per andare all’asilo oppure a scuola sarà chiesta l’esibizione del green pass, ma una cosa è certa, ed è che molti pediatri nutrono dubbi sull’opportunità di iniettare il siero anche ai minori.

Quando se ne cominciò a parlare, in tanti si dichiararono contrari, ritenendo che i rischi fossero maggiori dei benefici.

Nella quasi totalità dei casi, infatti, il Covid in un bambino non solo non ha un’evoluzione letale, ma quasi mai porta a una ospedalizzazione. E, men che meno, a un ricovero in terapia intensiva. Insomma, i minori contraggono il virus rivelandosi quasi sempre asintomatici, cioè neppure se ne accorgono.

In compenso, nei più giovani il rischio di contrarre un’infezione al miocardio è tutt’altro che remota. I casi di ragazzi che si sono ammalati dopo la vaccinazione ormai sono oggetto di studio e fanno parte della letteratura scientifica sui cosiddetti danni collaterali del vaccino.

Interessanti sono le parole riprese da ADNkronos di Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma, l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive:

il punto è sempre il calcolo tra rischi e benefici. Qualsiasi farmaco può dare effetti collaterali, la strategia corretta è evitare il rischio quando, anche se basso, non è indispensabile. Se un bambino ha già di suo delle altre patologie gravi, conviene vaccinarlo, per proteggerlo da un virus che, associato ad altre malattie, può rivelarsi grave. Se invece è sano, non vedo necessità di vaccinarlo. Almeno data la situazione odierna, poi le cose possono sempre cambiare. Quanto al rischio di miocarditi, i casi sono rari e la miocardite a un bambino può venire anche a seguito di un long-Covid

i bambini hanno una vita sociale meno intensa degli adulti, frequentano poco o affatto i mezzi pubblici, stanno per lo più in ambienti protetti dove tutti sono vaccinati, come le scuole. Si dice che i piccoli si contagiano e contagiano anche gli altri ma analizzando i dati non si può dire che al momento la loro incidenza sul propagarsi del virus sia forte. Vaccinare i bambini per proteggere gli anziani? La solidarietà sociale da chi ha meno di dodici anni rasenta l’ideologia e il fanatismo. Il vaccino non va fatto ai bambini per impedirgli di contagiare gli adulti, ma solo se sono fragili di loro

Non a caso, Danimarca e Svezia hanno sospeso il vaccino Moderna per gli Under 30. E non sono pochi gli atleti che stanno avendo problemi dopo l’inoculazione. Qui ho riportato il caso di un apneista, che aveva stabilito il record di immersione sott’acqua.

Andrea Crisanti e il suo collega milanese Fabrizio Pregliasco, alla domanda se il 90% di vaccinati avrebbe bloccato la circolazione del virus, hanno risposto con un secco no. Giorgio Palù, il medico che ha fondato la Società italiana di virologia e ha presieduto quella europea, nel libro di Bruno Vespa ha confessato che il virus non se ne andrà. Queste le sue parole:

È ora di dirlo ad alta voce: tra gli uomini l’immunità di gregge, una volta lanciata come unica soluzione, è irraggiungibile

Ancora, come ha spiegato al Corriere Adriatico il professor Stefano Menzo, direttore del laboratorio di virologia di Ancona.

Man mano che passa il tempo, il vaccino diventa sempre meno efficace contro l’infezione, quindi ci può stare un aumento dei positivi

Gli esempi sono sempre più imbarazzanti per i talebani del vaccino. Nelle Marche, dal 26 ottobre al primo novembre, su 712 casi di positività al Covid più del 40% risultano vaccinati con doppia dose.

In Irlanda, in 3 contee con quasi la totalità dei vaccinati, ovvero Waterford, Carlow e Longford, stanno aumentando i casi dei contagiati. Ma di esempi ce ne sono tanti.

Conclusioni

Dunque, è lapalissiano che si voglia vaccinare i bambini contro il Covid-19 soprattutto per un fatto statistico. E perché, diciamocela tutta, l’Italia ha ormai comprato quelle dosi da Pfizer che in qualche modo vanno consumate.

I bambini, salvo rarissimi casi, non finiscono quasi mai intubati. Sebbene sia emersa, con una straordinaria casualità proprio in queste ore di dibattito, la notizia che al Santobono di Napoli ce ne sia uno di 11 anni. A cui auguro ovviamente ogni bene.

Inoltre, a ciò aggiungiamo che il vaccino non blocca la trasmissione del virus.

Infine, non sappiamo a lungo termine quali effetti il vaccino mRna possa avere sul loro sviluppo. Se possa comportare malformazioni, disfunzioni, danni celebrali o cardiologici. Talvolta anche latenti ma che possono venir fuori se sommati ad altri problemi di salute.

Stiamo parlando di esseri umani che ancora devono iniziare lo sviluppo e che sono delicatissimi da un punto di vista organico.

Un genitore ovviamente non sa cosa fare, si affida ai medici o magari si vede costretto perché senza potrebbero non farlo entrare a scuola e costringerlo alla didattica a distanza.

Il paragone con quanto fatto da Hitler nel 1943 è così esagerato?

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