Una delle tante storytelling che vengono raccontate sull’Unione europea è che abbia garantito 70 anni di pace tra gli Stati. Ma è davvero così?
L’Unione europea è stata pure insignita del Premio Nobel della Pace nel 2012. Ma questo non vuol dire niente. Anche Barack Obama ne ebbe uno poco dopo il suo insediamento nella Casa bianca, eppure non ha mancato pure lui di mettere la sua firma su vari interventi militari in Medioriente.
In realtà, l’Unione europea è stata artefice di diversi conflitti, anche nel cuore dello stesso vecchio continente. Facendo così venire meno questo falso mito, dando invece credito all’idea che l’Ue sia stata più di tutte un’unione con scopi economici e finanziari.
Le guerre fomentate dall’Unione europea
Vediamo le varie guerre di cui si è resa artefice l’Unione europea, come fa notare Il primato nazionale.
Gli anni ’70 e ’80: le guerre in Medioriente
Qualche anno dopo la sua fondazione, l’Ue già ha iniziato a mettere il naso nelle questioni altrui. Regno Unito e Germania ovest su tutti in Europa, sostennero i finanziamenti economici e militari ai mujaheddin in Medioriente alla fine degli anni ’70. Al fine di contrastare l’invasione sovietica in Afghanistan. Il sostegno proseguì negli anni ’80 e si ricorderà come in Rambo III, ambientato proprio in quel contesto, nei titoli di coda si osannava il coraggio degli afgani. Poi invasi dagli Usa un ventennio dopo.
Ma a parte ciò, quei finanziamenti e quegli addestramenti diedero vita ai terroristi del futuro. Su tutti, un certo Osama Bin Laden…
Gli anni ’90: la guerra in Jugoslavia
Negli anni ’90 la guerra scoppia nel cuore dell’Europa, nella grande Jugoslavia orfana del maresciallo Tito morto un decennio prima. La dittatura comunista aveva garantito decenni di unione tra le diverse popolazioni che abitavano quel territorio. Con anni di guerra, morte, abusi, soprusi, che ancora oggi gridano vendetta. L’Unione europea fu inerte, ma non avendo un esercito è giustificata sul lato militare (cosa che non si può dire dell’Onu), non certo dal punto di vista diplomatico.
Ma nello stesso decennio, sebbene proprio all’inizio, l’Ue non disdegna di proseguire il suo interventismo. Questa volta nel Golfo Persico. All’inizio degli anni ’90 l’Iraq invase anche il piccolo emirato del Kuwait. Italia e Francia entrarono a far parte di una coalizione in chiave anti-irachena a guida statunitense, riuscendo a riportare “gli invasori” all’interno dei confini iracheni. Ma Bush padre, all’epoca presidente Usa, capì che fare fuori Saddam sarebbe stato sbagliato, quindi si fermò lì. Cosa che non farà dieci anni dopo il primo. Ma a perderci fu l’Iran, alleata della coalizione anti-Saddam, con migliaia di iraniani uccisi dalle armi chimiche irachene.
Anni 2000: di nuovo Afghanistan ed Iraq
L’Ue ha il pallino per questi paesi e così segue di nuovo gli Usa nelle sue esportazioni di democrazia in Meriodiente. Senza curarsi che forse, la democrazia, non ce l’ha manco in casa.
In Iraq, il Regno Unito, fedelissimo scudiero di Washington, l’Italia e la Spagna presero parte fin da subito alle operazioni. Le seconde poi si sfilarono, noi non prima di aver subito due gravi attentati nella base di Nassiriya. Le armi di distruzione di massa che avevano giustificato la guerra in Iraq, a Saddam non furono mai trovate.
Ma l’Unione europea decide che è giunta l’ora anche per un altro dittatore, questa volta africano: Muhammar Gheddafi, in Libia. In realtà a volerlo è la Francia, perché deve sostituirci negli accordi commerciali nel paese, soprattutto per l’approvvigionamento di gas e petrolio. Soprattutto dopo che i ribelli promisero concessioni sul 35% delle risorse energetiche del paese una volta saliti al potere.
E così, lasciando inizialmente all’oscuro l’Italia, principale partner europeo della “Giamairia”, la Francia cominciò a progettare una vera e propria invasione militare. Gli Usa, per una volta, erano diffidenti, così come la Nato. L’operazione andò comunque in porto, con la successiva vergognosa collaborazione decisa di comune accordo da Berlusconi e Napolitano. Soprattutto il primo, che era diventato amico personale del Raìs libico.
La rimozione di Gheddafi, oltre a farci perdere importanti commesse nel paese e accordi energetici di favore, ha fomentato negli anni una immigrazione incontrollata della quale ancora oggi paghiamo le conseguenze.
Unione europea seconda esportatrice di armi nel Mondo
L’Unione Europea vende quasi un terzo delle armi nel mondo, seconda soltanto agli Usa. Il principale acquirente è l’Arabia Saudita, che li ha usati soprattutto di recente contro lo Yemen. Dove dal 2015 ci sono stati 233mila tra morti e feriti e 24 milioni di persone dipendono dall’assistenza umanitaria per la loro sopravvivenza.
Specificamente all’Italia, il principale acquirente è l’Egitto del generale al-Sisi, che si rifornisce anche da francesi e tedeschi. Una vendita che non è diminuita anche dopo la morte di Giulio Regeni, come scritto qui.