Quali conseguenze se Unicredit acquista Mps? E’ la domanda che molti analisti, i correntisti delle due banche e già qualche cittadino italiano in generale si sta ponendo in questi giorni.
Del resto, il settore bancario italiano è fatto anche, e soprattutto, di acquisizioni, cessioni e salvataggi. Banche che acquistano altre banche (le cosiddette scalate), ma anche tanti frodi e fallimenti. E alla fine, paga sempre Pantalone. Ovvero, i loro rispettivi correntisti ed obbligazionisti e i contribuenti in generale.
Alcune operazioni hanno dato vita a solidi colossi, si pensi a Banca Intesa Sanpaolo. Un impero creditizio con in testa due storiche banche settentrionali: la milanese Intesa e la torinese Sanpaolo. Già fagocitatrici di banche e ancora di più quando si sono messe insieme.
Ma altre, spinte anche dalla politica, dall’ingordigia e dallo scarso controllo preventivo degli organismi preposti (vedi Consob e Banca d’Italia), hanno anche dato ad autentici disastri.
Ed ora, all’orizzonte del sistema bancario italiano si affaccia lo spettro di una nuova operazione: quella tra Unicredit e Mps. La prima, una solida banca milanese con sede a Milano e con varie filiali anche in Europa sotto altri nomi. La seconda, la prima banca d’Europa con sede a Siena, dal passato glorioso ma dal presente disastroso (ne ho parlato qui).
Ora, Unicredit vuole rilevare proprio Monte dei Paschi di Siena. Con molti dubbi e preoccupazioni.
Vediamo perché.
Unicredit acquista Mps: tutti i rischi
Li spiega bene Nicola Porro su Il Giornale. Fu proprio Andrea Orcel a consigliare al Monte dei Paschi di Siena, nel 2007, di acquistare per nove miliardi l’Antonveneta. Lo stesso che oggi, alla guida di Unicredit starebbe guidando l’acquisizione di Unicredit di Mps-Antonveneta.
L’operazione è guidata da chi consigliò Mps di acquisire Antonveneta
E qui siamo alla prima preoccupazione: fu proprio la scalata di Mps su Antonveneta (si ricorderà l’intreccio col centro-sinistra e la frase di Fassino “abbiamo una Banca) a rovinare la storica banca senese.
La quale, comunque, già proveniva da anni di sprechi e finanziamenti incauti, dettati più dalla politica che da una strategia manageriale (in Toscana Monte dei Paschi di Siena veniva chiamata la “Grande mamma”). La cui crisi portò alla crisi di vari settori, anche quelli sportivi (si ricorderà il fallimento del Siena calcio).
I debiti li pagheranno i cittadini italiani
Monte dei Paschi di Siena è stata commissariata nel 2017, quindi accollata allo Stato. Perché in Italia, come sempre, si privatizzano i profitti ma si collettivizzano i debiti (vedi, su tutti, il disastro Alitalia).
E qui arriviamo alla seconda preoccupazione: Unicredit compra solo a certe condizioni:
- ottenere 2 miliardi di sconti fiscali
- il Tesoro, oggi azionista del Monte, deve inoltre accollarsi possibili contenziosi legali, crediti in sofferenza e dipendenti
Chiusura degli sportelli
Siamo poi alla terza preoccupazione se Unicredit acquista Mps: si solleverebbero problemi di antitrust sugli sportelli. Molto probabilmente, un buon numero, soprattutto al Sud, saranno chiusi o venduti ad altri.
Ammesso che qualcuno li compri, visto che oggi uno sportello bancario è un costo, mica un vantaggio. C’è liquidità in abbondanza e le banche non sono così felici di avere sui loro conti miliardi dei risparmiatori parcheggiati in filiale. Alcuni Istituti hanno iniziato a far pagare per depositi sopra una certa cifra. Per non parlare dell’Home banking, che ha ridotto drasticamente la presenza fisica di clienti negli sportelli.
In fondo, Unicredit già proviene da diversi tagli a filiali e personale.
Gli azionisti ci guadagneranno?
L’ultima preoccupazione riguarda gli azionisti. Quanto ci guadagneranno da questa operazione, che somiglia più ad un modo per togliere una gigantesca castagna dal fuoco al governo e Banca d’Italia. Tuttavia, Unicredit potrebbe anche proseguire con lo shopping, rilevando altre banche come Bpm o Mediobanca.
Ma, come capitato anche in altre occasioni, quando una Banca inizia una scalata, la prosegue per anni. Tanto, se le cose vanno male, a pagare è lo stato, cioè tutti noi.
Unicredit acquista Mps: la preoccupazione dei sindacalisti
Come riporta Affaritaliani, in una nota congiunta dei sindacati Fabi, First Cisl, Filca , Uilca e Unisin, si avanzano le preoccupazioni per i dipendenti:
L’ipotesi di acquisizione solo parziale di Mps e non della banca nella sua interezza, tra l’altro al netto dei rischi di contenziosi straordinari e dei crediti deteriorati, non risponde all’esigenza di massima salvaguardia dei livelli occupazionali e di riconoscimento delle professionalità dei 21mila dipendenti
Anche il Leader della Lega Matteo Salvini professa prudenza riguardo l’operazione:
Sulla vicenda Mps dobbiamo contrattare piu’ tempo con l’Europa, altrimenti facciamo un regalo a Unicredit. Se il governo pensa di fare il blitz con Unicredit su Monte paschi noi ci faremo sentire (…) Bisogna andarci molto cauti perche’ ci sonon in ballo 22mila posti di lavoro, 1400 sportelli: e’ la banca piu’ antica del mondpo. E quindi, non non si fanno regali