UNA RAI SENZA IDEE RISPOLVERA CAROSELLO
CHIUSO NEL 1977, TORNERA’ IN FASE SPERIMENTALE dal 6 maggio al 28 luglio alle 21.10 su Rai 1
Mamma Rai è ormai alla frutta da anni, funestata com’è dai bilanci in rosso resi tali dai migliaia di raccomandati a cui deve versare lo stipendio (quiun bel listone) e dalla dirigenza strapagata. Raramente trasmette film di spessore, mentre manda in onda a raffica Fiction poche volte di qualità, nuove edizioni a oltranza delle solite trasmissioni e ripesca vecchie gag ormai ammuffite. Ora rispolvera perfino il Carosello, chiuso oltre 36 anni fa, in un’era nella quale la Tv cominciava a cambiare.
COS’ERA CAROSELLO – Carosello è stato un programma televisivo italiano andato in onda sul Programma Nazionale e poi sulla Rete 1 della RAI dal 3 febbraio 1957 (ma originariamente era stato previsto per il 1º gennaio) al 1º gennaio 1977. Veniva trasmesso quotidianamente dalle 20:50 alle 21:00, tranne il Venerdì santo e il 2 novembre. Fu sospeso per una settimana tra il 31 maggio e il 6 giugno 1963 per l’agonia e la morte di papa Giovanni XXIII e per tre giorni dal 12 al 15 dicembre 1969, quando il Paese fu scosso dalla strage di Piazza Fontana. Altre sospensioni più brevi si ebbero per la morte di papa Pio XII (9 ottobre – 11 ottobre 1958), per le uccisioni dei fratelli John Kennedy (22 novembre 1963) e Bob Kennedy (5 giugno 1968) nonché a seguito di un improrogabile collegamento via satellite per l’ammaraggio della navicella spaziale Apollo 14, il 9 febbraio 1971. In totale furono trasmessi 7.261 episodi.
Consisteva in una serie di filmati (spesso sketch comici sullo stile del teatro leggero o intermezzi musicali) seguiti da messaggi pubblicitari. Il rigido format di Carosello fu congegnato in maniera da funzionare impeccabilmente. Non subì interruzioni né errori per circa vent’anni: unica eccezione, gli eventi sopra menzionati ed alcuni scioperi e agitazioni in seno alla RAI che alterarono (sia pure lievemente) la programmazione, ad esempio con l’avvio della sigla finale senza l’elencazione dei prodotti reclamizzati.
Carosello non era e non poteva essere solo un contenitore di messaggi pubblicitari: erano predeterminati il numero di secondi dedicati alla pubblicità, il numero di citazioni del nome del prodotto, il numero di secondi da dedicare allo “spettacolo”, la cui trama doveva essere di per sé estranea al prodotto. Per una legge allora vigente non era concesso fare della pubblicità all’interno di alcuno spettacolo televisivo serale, ma anche prima di un intervallo di novanta secondi dall’inizio del medesimo.
VOLTI NOTI CHE VI PARTECIPARONO– Alla realizzazione di Carosello parteciparono in veste di registi nomi illustri come Luciano Emmer (che ne è considerato l’inventore), Age e Scarpelli, Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi, Sergio Leone, Ugo Gregoretti, Pupi Avati, Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini e l’americano Richard Lester. In qualità di attori, tra gli altri, Totò, Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo, Erminio Macario, Gilberto Govi, Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foà, Alberto Lupo, Mike Bongiorno, Tino Scotti, Aldo Fabrizi, Dario Fo, Franca Rame, Mario Carotenuto, Franca Valeri, Alighiero Noschese, Nilla Pizzi, Domenico Modugno, Mina, Adriano Celentano, Ernesto Calindri, Nino Manfredi, Virna Lisi, Gino Bramieri, Walter Chiari, Carlo Campanini, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Gino Cervi, Fernandel, Paolo Panelli, Bice Valori, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Paolo Ferrari, Aroldo Tieri, Carlo Dapporto, Nino Taranto, Raffaele Pisu, Renzo Arbore, Gianni Boncompagni e persino Frank Sinatra e Jerry Lewis.
CHIUSO DAI SOLITI BEN PENSANTI– Definito da una certa cultura “diseducativo”, di fatto poco pratico e dispendioso per la committenza, data l’eccessiva durata dello sketch, nel giorno di Capodanno del 1977 andò in onda l’ultima puntata di Carosello.
Gli ultimi cinque sketch furono i seguenti: Stock 84: Superspettacolo di Capodanno (con un annuncio di commiato di Raffaella Carrà); BTicino (ambientato in un ipotetico futuro);
Amaro Ramazzotti (di Age e Scarpelli); Tè Ati (in cui Ermanno Olmi intervistava un giornalaio sulle sue abitudini quotidiane); Dual Blu Gibaud (con un litigio tra marito (Mario Maranzana) e moglie).
In seguito, la trasmissione venne sostituita dallo Spazio F (ricordiamo il primo bumper con la scacchiera che si univa formando un cubo).
LA NUOVA VERSIONE – La Rai decide di riproporre, in via sperimentale, il format di Carosello con una nuova trasmissione denominata Carosello Reloaded, che andrà in onda dal 6 maggio al 28 luglio alle 21.10 su Rai 1. Il programma avrà una durata massima di 210 secondi (più breve rispetto ai 10 minuti del Carosello originale) ed avrà all’interno tre spot. La storica sigla verrà mantenuta e rivisitata in chiave moderna, ed il programma sarà curato dalla concessionaria pubblicitaria Rai, la Sipra.
Carosello appartiene a un’altra era e un’altra Italia, molto lontane da quelle di oggi. Riproporlo non accontenta nessuno, né chi quell’epoca l’ha vissuta e probabilmente la rimpiange, né chi non l’ha vissuta e forse la rimpiange ugualmente. Certe nostalgie è meglio che restino tali. Il loro concretizzarsi fa solo più male.
(Fonte: Wikipedia)